venerdì 20 novembre 2015

TUTTI IN PIEDI SUL LETTINO Parte III: IL POPULISMO

Terza e ultima parte dell'analisi di Henry Hole.


Ecco che siamo arrivati alla fine di questo nostro breve percorso. Abbiamo conosciuto l’aspetto psicologico del fenomeno Rossi, accanto ad esso si affianca la figurara della Manipolazione e abbiamo visto cosa serve per farla funzionare bene. Terzo elemento, in ordine di tempo ma non di importanza è il Populismo. E siccome a noi serve capire il significato di un termine, per poterlo adoperare in modo corretto, ecco che troviamo una breve definizione di cosa è il Populismo.

Ci viene in aiuto il Dizionario Treccani: “populismo s. m. [dall’ingl. populism (der. di populist: v. populista), per traduz. del russo narodničestvo]. –
1. Movimento culturale e politico sviluppatosi in Russia tra l’ultimo quarto del sec. 19° e gli inizî del sec. 20°; si proponeva di raggiungere, attraverso l’attività di propaganda e proselitismo svolta dagli intellettuali presso il popolo e con una diretta azione rivoluzionaria (culminata nel 1881 con l’uccisione dello zar Alessandro II), un miglioramento delle condizioni di vita delle classi diseredate, spec. dei contadini e dei servi della gleba, e la realizzazione di una specie di socialismo rurale basato sulla comunità rurale russa, in antitesi alla società industriale occidentale.
2. Per estens., atteggiamento ideologico che, sulla base di principî e programmi genericamente ispirati al socialismo, esalta in modo demagogico e velleitario il popolo come depositario di valori totalmente positivi. Con sign. più recente, e con riferimento al mondo latino-americano, in partic. all’Argentina del tempo di J. D. Perón (v. peronismo), forma di prassi politica, tipica di paesi in via di rapido sviluppo dall’economia agricola a quella industriale, caratterizzata da un rapporto diretto tra un capo carismatico e le masse popolari, con il consenso dei ceti borghesi e capitalistici che possono così più agevolmente controllare e far progredire i processi di industrializzazione. In ambito artistico e letterario, rappresentazione idealizzata del popolo, considerato come modello etico e sociale: il p. nella letteratura italiana del secondo dopoguerra.

-“Mangiate Merda! Milioni di mosche non possono avere torto!”

Marcello Marchesi (Giornalista, Sceneggiatore.)

-“Il populismo è paradossale perché invoca una orizzontalità senza terzo, una democrazia diretta senza filtri, l’abbattimento di ogni forma di mediazione istituzionale per poi reggersi sull’arbitrio di un padre-padrone. Il compito del padre è trasmettere il desiderio da una generazione all’altra, è permettere l’eredità. La saggezza più grande è saper tramontare; è saper scegliere il tempo giusto per uscire di scena, sapere lasciare il posto, vivere la propria dissoluzione, sapere lasciare una eredità, trasmettere una eredità.”

Massimo Recalcati (Psicoterapeuta Lacaniano)



Abbiamo, adesso, un quadro più delineato di cosa sia il populismo e del perchè, anche questo termine, fa al caso nostro. Mi devo ricollegare all’articolo precedente, quello della Manipolazione. I giornalisti leccano Rossi, il “maschio alfa” del branco. Godono nel farlo. Ma l’obiettivo, oltre a quello della gratificazione nella corte dei miracoli è di parlare al popolo. Alla pancia del popolo. Allo stomaco, l’organo più esposto alle intemperie della manipolazione e del populismo. Come si sta delineando, l’apporto di Rossi al motociclismo non si sta limitando alle vittorie, si sta formando, invece, un modo di intendere il mondo delle moto completamente differente a come lo si intendeva prima del suo arrivo. Qui, scusatemi ma lo devo dire, le analogie con la discesa in politica di Silvio Berlusconi, nel 1994, ci sono tutte.

Da una politica parlata, nei comizi, nelle assemblee, si passa ad una politica urlata dove non importa il contenuto ma quello che si riesce a smuovere in chi ascolta. Un culto del corpo che mai si era visto in passato. Un culto della personalità che assume vette parossistiche, un culto che porta la gente a negare fatti realmente accaduti, assodati, come complotti della parte avversario.
Stessa cosa accade con il fenomeno che, a questo punto, possiamo definire “Rossismo”. Non importa se per vincere si ricorra al contatto fisico con l’avversario, in uno sport dove farsi male è un attimo. Non importa se hai del materiale che non dovresti avere e con questo riesci ad avvantaggiarti rispetto ai tuoi avversari che, invece, partono tutti allo stesso livello. Non importa se infanghi il tuo avversario, perchè lo fai sorridendo e allora passi per il simpaticone di turno, perchè è quello che la gente vuole. Vedere un tizio felice, vincente, che spala merda su chi fatica perchè la fatica che deve fare è doppia. Una volta che hai gettato infamità su qualcuno serve il doppio del tempo per smontarle. La gente le recepisce subito perchè non vengono veicolate attraverso la razionalità ma passano per la pancia ed il gioco è fatto. Hai comunicato quello che volevi, hai veicolato un messaggio. Il problema è che quello che hai comunicato è una scatola vuota, non ha contenuto, non ha sostanza.

Abbiamo il significante ma non il significato,ossia, in maniera molto molto molto semplificata: significante: la sequenza di fonemi o grafemi di una parola significato: l'immagine mentale che noi abbiamodi quella parola. Immagina la parola "albero" scritta o pronunciata, quello è il significante. Ora disegna cos'è un albero, quello è il significato.

Non fai riflettere, fai smuovere solo le budella (in tutti i sensi). Io che sono del popolo capisco che quel tizio mi parla come parlo io con i colleghi al bar, in palestra, mentre mangio una pizza. Lo vedo corrispondente al mio modo e qui torniamo al secondo articolo, quello che viene lanciato si confà alla mia realtà, al mio mondo, al mio linguaggio. Io capisco che quel tizio lo vogliono infangare perchè lui è giusto, forte, allora si complotta contro di esso, mai che sia lui a complottare verso gli altri. Nei paranoici, il complotto, ha un unica direzione.

Ecco che inizio a copiare i modi di fare. I modi di vestire, i modi di parlare, il modo di “sentire”. Nasce l’emulazione. Subisco una trasformazione perchè quello che mi viene comunicato è altamente assimilabile perchè veicolato su canali istintivi e non razionali e, senza un briciolo di “criticismo”, mi si attacca addosso come sabbia. Ma da solo sono un isola e allora mi serve trovare chi la pensi come me, chi senta come me, chi vesta come me. Ecco che avviene la massificazione. Pensiero unico, sentire unico. Pecorismo Nazareno, diceva Nietszche, tutti dietro al messia di turno. Nasce il culto. Non importa se divinità, se di un politico, di un gruppo musicale. In quel contesto godo di un potere immenso, circondato da altre persone che hanno il mio stesso interesse, che non si pongono le mie stesse domande e che vedono le cose come le vedo io. Andare in una chiesa la domenica, in uno stadio o in autodromo, in concerto.

Per esperienza personale posso dire di aver visto piangere gente ai concerti dei Metallica non appena sul palco saliva James Hetfield, mi direte: Saranno state donne! Nient’affatto ma omoni barbuti con tanto di birra in mano. Avviene quel fenomeno della sacralizzazione.
Il sacro, ciò che è connesso, più o meno intimamente, con la divinità, con la religione e con i suoi misteri, e perciò impone un particolare atteggiamento di riverenza e di venerazione (contrapposto in genere a profano).

Uno dei caratteri più generali del sacro, consiste nel fatto che esso appare sempre come una qualità che può essere propria delle più varie cose: di luoghi (il luogo sacro, come per es: i templi, i santuari naturali, si distingue dal luogo profano da cui spesso è delimitato), di periodi di tempo (per es: le feste che con il loro carattere si contrappongono ai giorni comuni), di azioni (per es, il rito), di testi pronunciati, narrati o scritti (formule rituali, miti, scritture s.), di persone,(per es., il re divino, certi tipi di sacerdoti, monaci ecc.), di oggetti (feticci, strumenti rituali ecc.). In tutti questi casi la qualità del sacro ha per effetto quello di richiedere un comportamento umano particolare, differente cioè dal comportamento di fronte allo stesso genere di cose, ma prive di sacralità: a un luogo sacro si accede, e vi si rimane, in determinate condizioni. Come dice il Prof. Galimberti, il sacro è il luogo della separazione. Il velo di Maya di cui parla Schopenhauer, il velo che non si deve strappare.

Schopenhauer crede che gli uomini siano "ignoranti". Con ciò vuol dire che l'uomo non conosce il mondo. Schopenhauer pensa che il mondo non sia così com'è. Il mondo non è così come lo si vede. L'uomo non vede realmente il mondo. Infatti Schopenhauer parla del mondo "come volontà e rappresentazione". Ciò significa che l'uomo, per Schopenhauer, vede il mondo come lo desidera. Conoscere il mondo attraverso la sensibilità non significa conoscerlo veramente. Il "vero" mondo si nasconde agli occhi dell'uomo. Il mondo vero si trova proprio dietro un velo. Questo velo è appunto il "velo di maya". Questo velo, i giornalisti hanno tutto l’interesse a farlo rimanere integro. Gli serve per tenere la gente dentro al recinto del “sacro.”
Nessuna voce esterna può entrare e disturbare l’atmosfera che si è creata all’interno del tempio. Chi ci prova viene tacciato di apostasia, cacciato via e se non serve questo il ricorso alla violenza è li dietro l’angolo. Ecco l’altro argomento che desideravo introdurre, la violenza verbale.
Cos’è la violenza? Perchè si aggredisce l’altro? Adesso lo si fa principalmente via internet, prima esistevano le scazzottate da bar dove, magari, si arrivava a menarsi per aver alzato un pò troppo il gomito. Internet ha un vantaggio, non lascia lividi, e soprattutto ha i vincitori ambivalenti. Non c’è nessuno che affermi di aver fatto una figura di merda sul web. Nessuno. Anche se è facile dimostrare il contrario con rapidi controlli, il nostro interlocutore cercherà, da novello uomo ragno, di arrampicarsi sugli specchi sino a che o lascerà la comunicazione accampando scuse da asilo mariuccia: “Mi è esplosa la caffettiera.” Oppure, ti eliminerà dalle amicizie o ti bloccherà il contatto. Poco male, un cretino in meno. Questa è la situazione di oggi. Basta giare un pò per il web, leggere qualche commento e trovare una violenza verbale che il film “once we warriors” può benissimo passare per una commedia romantica.

Insulti, minacce, contumelie, improperi, Madri puttane, padri sconosciuti. Cani storpiati. Questo è il campionario dell’utente populista. Non è permesso argomentare. Se ci provi se ne escono fuori con qualche battutina da minuns habens che fa ridere chi, come loro, ha il materiale intracranico in avaria. Populismo, come le battutine dei comici Zelig, ti fanno ridere si, ma dopo due minuti non ricordi il motivo di tale risata. Populismo, come la vecchina che non arriva a fine mese mentre i politici spendono e spandono. Populismo come l’immigrato che ruba e la vecchina di prima che non arriva a fine mese. Populismo come “prima gli italiani”, populismo come “padroni a casa nostra”, che in un mondo totalmente globalizzato, se si provasse ad accendere il cervello, farebbe ridere molto. Altro che battutine dei comici Zelig. Populismo, come il complotto che ha tolto il mondiale a Rossi.

Populismo come “Bravo Petrucci a fermarti perchè Rossi è italiano e deve vincere il mondiale!” (Che questo non sia l’atteggiamente corretto, nell’ambito sportivo e non solo, vaglielo a spiegare). Populismo come “Marquez bastardo! Frocio! Infame! Rovina dello sport maschio!!! Che non ha sorpassato Lorenzo!!! Titolo di cartone! Rubato! Ladro!” (spiegaglielo che Lorenzo poteva fare pure secondo e che il mondiale lo avrebbe vinto lo stesso) “Dovrebbero togliere il titolo!!!” A chi, ho chiesto l’altro giorno: “A Lorenzo! Il mondiale gli andrebbe tolto!!” “Scusami”, ribatto, “ma che colpa ha?” “Marquez non lo ha passato!!!” Ci trovate delle logiche? Queste sono le affermazioni che vanno in voga. Non c’è barlume di logica, di ragionamento. Si sparano slogan ad minchiam, si spara nel mucchio sperando che qualcosa esca. Perchè la violenza quindi?

Perchè non si sanno dare nomi i propri sentimenti. Il gesto è il primo modo di comunicare, durante l’evoluzione non si è persa questa caratteristica, anzi, è rimasta preponderante negli psicopatici. Provo qualcosa ma non ho modo di nominarla e se non riesco a nominarla mi impaurisco e quindi devo difendermi, la cosa più semplice da fare è quella di ricorrere al gesto, così come un bambino nella culla ricorre al pianto per attirare le attenzioni della madre. Manca l’educazione emotiva: riconoscere i propri stati d’animo. Sapere che esiste la frustrazione, la rabbia, l’impotenza, la sconfitta, la debolezza, la delusione e così via. Non solo non riesco a capire il perchè di quella sensazione ma sono protetto dallo schermo di un pc che mi consente la lontananza dall’aggredito ed in molti casi l’anonimato, visto che posso contare su nomi fittizzi. Rimane il problema di non capirci niente e di tirare cazzotti all’interno di una camera buia e vuota.

Vorrei fare un anamnesi di tali soggetti. Generalmente di media/bassa cultura ma ci sono casi anche di gente con un ottima formazione culturale, tanto per dire che manipolazione e populismo hanno una forza dirrompente come l’esplosione del fungo atomico, si informano principalmente nelle latrine televisive come studio aperto (il minuscolo non è un refuso), tg 5, sky (soprattutto nei pre-gara e nei post-gara) quando lo studio diventa il laboratorio di Geppetto ed a fine giornata sono stati prodotti più pinocchi di quanti ne potesse mai pensare Collodi in una vita. Posseggono del merchandise fluorescente del loro idolo, magari hanno il wallpaper del cellulare con il 46 fluo in bella vista. Non hanno mai seguito il mondiale prima dell’avvento di Rossi nella massima cilindrata, la 500 prima, la motogp poi. Sanno che ha vinto 9 mondiali ma se si chiedesse come vanno suddivisi l’espressione di corrucciamento e di concentrazione è uguale allo studente che per la prima volta si trova dinnanzi ad un espressione algebrica. Non amano il motociclismo ma amano il loro idolo che corre sulle moto. Se avesse fatto curling sarebbe stato lo stesso, tutti sarebbero diventati esperti che gli svedersi ed i norvegesi sarebbero passati per abitanti dell’africa centrale, dove il curling non passa proprio per essere uno sport nazionale.

Un fenomeno del genere, avvenne, anni fa, con “Luna Rossa”, imbarcazione che partecipava alla prestigiosa America’s Cup. Stiamo parlando di vela che, per il 99,9% della gente ha la stessa comprensione della teoria delle stringhe. Improvvisamente, tutti, diventarono skipper, esperti di nodi, di Abbrivio, di Anemometro, tutti sapevano cosa fosse un Gennaker, uno Spinnaker,(Forse). Insomma l’italiano medio diventò un novello Cristoforo Colombo che combatteva per i mari gli svizzeri cattivi! “Non hanno il mare! Gli svizzeri e vincono la coppa america!!!!” Misteri della progettazione navale, più che del semplice mare.
Anche all’epoca si sentivo commenti da nobel per l’idiozia ma improvvisamente, tutto sparì. L’America’s Cup si continua disputare, l’ultima edizione è del 2013 vinta dal Team Oracle Usa e gli Usa hanno il mare...

Dove sono finiti tutti i novelli Magellano? Riciclati in qualche altro sport, magari nel motociclimo o magari qualcuno si è dato alla vela e non ha fatto più ritorno a casa.
Mandrie di lobotomizzati, in seguito al messia di turno, alla moda di turno. A ciò che la tv propone. Mai osare di uscire dal recinto. Parlando di messia mi viene sempre in mente la bellissima scena del capolavoro dei Monty Python, “Brian di Nazareth”.
Una massa di inferociti contadinotti insegue un incolpevole uomo da tutti creduto il nuovo messia. Lo inseguono sino a quando, per ripararsi dalla folla inferocita, si rifugia in un fossato. La mandria, allora, rimane li a guardarlo dall’alto chiedendo miracoli che non sarebbero mai potuti arrivare. Scocciato da tutta quella gente, Brian, lancia un sandalo all folla per scacciarla ma il gesto viene frainteso: “Guardate! Mi ha lanciato un sandalo! E’ un segnale!!!” dice tutto felice il tizio, risponde un altro: “Scusami ma come facciamo a sapere che è un vero messia?” Ecco il lumicino della ragione che prova ad uscire fuori ma dura poco perchè quel tentativo di pensiero critico viene messo subito a tacere da un altro partecipante della folla: “Stai zitto tu! Lui è il messia! Fidati di me che ne ho seguito tanti.”

Questa è la miglior metafora che mi viene in mente per definire le mandrie che pascolano dalla vela ai circuiti del motociclismo. Gente che è in cerca del messia di turno da adorare anche se, come nel film, il segnale che esso lancia non è un segnale di gradimento ma di fastidio. Pusillanimi, “schettini” sino al midollo, non appena sentono tramare la terra sotto i piedi sono pronti a rimangiarsi tutto quello che hanno affermato sino a dieci minuti prima. Sono i cosiddetti “Antemarcia”. Come nel film del grande Totò, “I tartassati”,che rendeva sublime la figura dell’italiano che, con la finanza dentro al negozio per controllare il bilancio, l’interregimo finanziere era interpretato dal mitico Aldo Fabrizi, che parlando con il collega per i fatti loro dice: “Ai tempi della buonanima...” Al che, senza essere interpellato, Totò, entra nella conversazione, convinto di aver trovato il punto debole del finanziere per farselo amico, al che, quindi, Totò interviene: “ Ah! Cosa ha detto!!! Mi ha toccato sul debole!!Quelli si che erano tempi!!! Caro maresciallo e non tornano più eh!!! Ah No!!”
Aldo Fabbrizi ha capito che Totò ha preso un abbaglio e gli chiede: “Quali tempi mi scusi?” Totò non si da per vinto e rimarca: “Ma come quali tempi! Quei tempi li! Ma dico siamo uomini o bambini?! I tempi che Itaaaaaaaliaaaaniiii!!!!”
“Si vuole spiegare meglio? Lei non ha afferato.” Gli risponde placidamente Fabbrizi, “lei non ha capito.”
Totò non si da per vinto e continua: “Io la penso come lei! A Noi!!!!!”
e da qui il dialogo all’italiana:

-“Come la pensa lei”, chiede il maresciallo

-“Come la pensa lei.” Risponde il commerciante.

-“Ma io non la penso come lei.”

-“Allora ha cambiato idea!” afferma Totò.

-“Aridaje. Se mi fa finire, io dicevo, all’epoca della buonanima di mia nonna.”

-“Aaaaah!!!!! Allora lei è anti!! Come me!”

-“No io non sono...e poi prima lei ha detto che era pro.”

-“Ho detto pro? Mi sarà scappato un pro ma io sono anti, mi sarà scappato non me ne sono accorto. E per diamine siamo italiani. Siamo tutti italiani!! Abbiamo fatto la guerra!! Maresciallo mio.”

Ecco come vengono ritratti gli antemarcia, da chi ne sapeva qualcosina di più. Insomma, non ci si fa una bella figura e, risate a parte che solo un mito come Totò poteva donare, l’immagine e abbastanza meschina, servile e squallida.

Fa specie che per definire uno “sportivo” si debbano scomodare discipline come la psicologia, la sociologia e l’antropolgia. Però, se ci pensiamo, se quel fenomeno non rimane limitato all’interno del suo contesto, allora si, allora è giusto che ci vengano in aiuto tali discipline. Perchè quando un qualcosa inizia ad invadere le nostre vite, le nostre discussioni, quando questo qualcosa crea attriti ed incomprensioni, è giusto che si capisca con chi si ha a che fare. E’ giusto che si abbia, in qualche modo, la possibilità di approcciare ad esso in modo critico, in modo ragionato. So che non è facile. La tv, la manipolazione continua delle realtà ha creato una situazione dove, a dire come stanno le cose, passi per nemico. Vieni cacciato fuori dal tempio, vieni additato per matto. Ma è il dovere di chi sta al di fuori dire come stanno le cose. Dovrebbe essere il dovere dei giornalisti a dire il come ed il perchè. Però, se la stampa si assoggetta per alimentare la pancia della popoloazione, per nutrire i suoi istitini più beceri, per tarpare il dissenso, allora il nostro dovere, di critici, di esperti del settore, di semplici appassionati che hanno un cervello è quello di dire: “No signori! Non è così. Potete gabbare qualcuno per qualche periodo ma non potete fregare tutti per sempre.” Per concludere, passatemi la citazione storica.

Vivo anch’io in questa situazione, sono un appassionato di moto, ho visto la mia passione stracciata, ridotta a fenomeno da stadio. Ho trovato tanti che la pensano come me ma ho, in passato, lottato da solo per affermare quello che credevo fosse giusto,ossia, che Rossi non è quello che tutti pensano, non è quello che dipingono i suoi servi felici. Mi viene in mente l’esempio di Rosa Parks e del suo no, fermo, composto. Un no dalla forza devastante, un no che ha cambiato il mondo. La forza del no è quella che dovremmo riscoprire e usare. Quando sentiamo troppe voci univoche, quando si leggono troppi titoli uguali, quando si celebrano ad occhi chiusi le gesta di chicchessia, beh, allora è il momento di dire no. Distaccarsi dalla massa, dal popolo, dal popolismo se si vuole evitare di essere una delle tante pecore dentro il recinto, belanti e adoranti. Questo sta succedendo, questo è successo al mondo delle moto.

venerdì 13 novembre 2015

TUTTI IN PIEDI SUL LETTINO Parte II: LA MANIPOLAZIONE

Seconda parte dell'analisi del Prof. Henry Hole sui fenomeni paranormali della MotoGp.
Stavolta la lente è puntata sull'altra faccia della medaglia: i media.
In parole povere se uno caccia balle ma i media le riprendono come verità, tali sono anche per il popolo bue. Senza questa proficua collaborazione rimarrebbero appunto solo balle.
Proficua perchè la strenua difesa dell'idolo delle folle serve a foraggiare ascolti, click sul web, copie vendute.

Se vi chiedete, come mai Meda dice che Petrucci (pilota Ducati) è "bravo e sportivo" a farsi da parte per far passare Rossi perdendo così anche la posizione su Smith e svariati secondi dopo aver duellato con l'inglese, quando poi lo stesso telecronista da giorni definisce Marquez scorretto perchè non ha superato Lorenzo in quanto pilota Honda contro pilota Yamaha?
Ma se Marquez deve danneggiare Lorenzo che corre per la Yamaha, così non fa vincere il titolo a un altro pilota Yamaha??
Ma poi non ci avevano detto le stesse persone che a Sepang Marquez non doveva interferire con la lotta per il titolo? A Valencia l'ha fatto allora?

No.
Secondo Meda, Marquez non doveva entrare nella lotta per il titolo e quindi doveva ATTACCARE Lorenzo. Cioè il contrario di Sepang dove NON doveva ATTACCARE Rossi.
Follia? 
Secondo me sì, però la possiamo anche definire una più opportunistica: 

                                                              MANIPOLAZIONE


“La manipolazione psicologica è un tipo di influenza sociale finalizzata a cambiare la percezione o il comportamento degli altri usando schemi e metodi subdoli e ingannevoli che possono anche sfociare nell'abuso sia psicologico che fisico. Il fine ultimo perseguito dal manipolatore è la soddisfazione dei propri interessi, di norma a spese degli altri.”

Dal dizionario Treccani: “. Macchinazione imbroglio: m. avvocatesche. Più com., rielaborazione tendenziosa della verità mediante presentazione alterata o parziale dei dati e delle notizie, al fine di manovrare secondo i proprî fini e interessi gli orientamenti politici, morali, ecc. della popolazione o di una parte di essa: m. dell’informazione; m. dei risultati elettorali; m. delle coscienze.”

“Scagli la prima pietra chi non ha mai fatto circolare come verità autentica quello che aveva sentito dire da qualcuno che non ne sapeva affatto più di lui. In tutti questi casi c'è un fattore comune che è particolarmente degno di nota: l'inserimento di uno pseudo-ambiente tra l'individuo e il suo ambiente. Il comportamento dell'individuo è appunto una reazione a questo pseudo-ambiente. Ma dato che è un comportamento, le sue conseguenze, se si tratta di atti, non operano nello pseudo-ambiente nel quale è stato stimolato, ma nell'ambiente reale nel quale l'azione accade."

Walter Lippmann


Ecco, l’altro attore che si presenta sul palcoscenico. Per fare una buona manipolazione occorrono due elementi: il manipolatore ed il manipolato. La manipolazione individuale, ovvero il tentativo di modificare a proprio vantaggio il comportamento di altri soggetti, è sempre esistita. Nel V secolo A.C. i Sofisti, retori che si vantavano di poter prevalere nelle assemblee popolari per mezzo di abili discorsi, vennero violentemente attaccati da Platone in diversi dialoghi e in particolare nel Gorgia. Un fenomeno relativamente recente è invece la manipolazione dell'opinione pubblica attuata attraverso la propaganda consentita dai mezzi di comunicazione di massa. il fenomeno della manipolazione mediatica si è ampliato fino ai nostri giorni, soprattutto con i cambiamenti che il Web ha determinato nella manipolazione della comunicazione. 

Da questo punto, partiamo per la nostra disamina. Ho accennato, nell’articolo precedente come, la realtà logica sia stata completamente ribaltata durante la conferenza stampa che precede al gp della Malesia. Ripetendo il tutto: Rossi ha accusato Marquez di averlo ostacolato nella corsa al mondiale vincendo la gara di Phillip Island, favorendo così il suo rivale diretto, Jorge Lorenzo. 
Il primo classificato, in moto gp prende 25 punti, il secondo, invece, 20. La differenza è di ben 5 punti. Rossi quindi afferma che: Lorenzo si è avvantaggiato dal non aver vinto la gara che gli avrebbe fatto recuperare ulteriori 5 punti. Ha preso meno punti, ed è stato il vincitore. Rossi arriva quarto e prende 13 punti, ne perde 7 da Lorenzo, se lo spagnolo avesse vinto la gara avrebbe perso 12 punti invece che i 7. Ergo non si è avvantaggiato Lorenzo ma Rossi.
Perchè partendo da una posizione di testa, Rossi era primo nella classifica del campionato, ha visto diminuire il proprio distacco in modo “indolore”, cosa che invece avrebbe avuto un peso maggiore nel caso in cui, Lorenzo, avesse vinto la gara. 

Confesso che mi è venuto difficoltoso riassumere il tutto, anche perchè la mente umana cerca sempre la soluzione più facile, qui, invece, la difficoltà sta nel dire il contrario di quello che la mente vede e recepisce. Abbiamo detto che per una buona manipolazione occorrono due elementi: un buon manipolatore ed un manipolato che facilita la cosa. 
Rossi è uno dei migliori manipolatori in circolazione. Se fosse stato un politico avrebbe preso la maggioranza dei voti perchè sa ribaltare la realtà come nessun altro. Il popolo vuole gente del genere perchè catalizza le proprie problematiche, le assorbe e le riversa in modo commestibile. 
Aiutato dal narcisismo, un manipolatore come Rossi può dire che un rivale si avvantaggia anche se la logica afferma il contrario. Il punto è uno, per far ingoiare tali paradossi alla gente hai bisogno di qualcuno che li riproponga in modo autorevole, in modo “accademico”, ex cathedra. Serve il veicolatore del messaggio manipolato. Il Medium di massa. 

Nel 1971, Pasolini, intervistato da Enzo Biagi aveva già capito il rischio che si corresse quando si va a parlare in tv. Il messaggio, afferma Pasolini, assume un aria autoritaria. La persona più sprovveduta, avedendo, ascoltato, quel messaggio, è convinto che la voce che lo sta enunciando sia degna di nota, proprio perchè ne parla in tv. Detto in maniera meno nobile: Il primo cretino che passa in tv viene assunto a messia. Anche perchè, uno dei postulati della comunicazione è che l'essere umano cerca continuamente di "adattare" la sua rappresentazione della realtà al suo ambiente reale, ma la qualità di questo adattamento dipende da due fattori. Il primo è la qualità delle informazioni (fatti+opinioni), sempre esposta al rischio di manipolazione, che egli è in grado di procurarsi. Il secondo dipende dalla sua capacità di analizzarle criticamente senza "piegarle" ai propri pregiudizi.

Fatto questo, o meglio, non effettuato ciò, abbiamo bell’e pronto il piatto da somministrare alla massa.
Entrano in gioco i fautori della manipolazione, i giornalisti. Da loro passa il messaggio che viene inviato da Rossi, nel nostro caso, il messaggio non viene analizzato, non viene criticizzato, filtrato e diventa di dominio pubblico. “L’ha detto il telegiornale!!!” è la risposta che danno in molti quando gli chiedi dove hanno preso certe notizie, “L’ha detto il giornalista o l’esperto, o il critico.” Qui, assume forma la paura che aveva previsto Pasolini più di 40 anni fa, quando la tv era ancora per pochi. 
Rossi afferma che Marquez lo ha ostacolato ed ha avvantaggiato Lorenzo. Se qualcuno avesse “criticizzato” come ho fatto io sopra gli avrebbe bussato alla spalla e gli avrebbe detto: “Senti cocchino, capisco che sei incazzato perchè hai fatto puttanate su puttanate ma vedi che i fatti sono diversi, leggiti i punteggi.” 
Questo avrebbero dovuto fare i giornalisti presenti

Un mio professore, all’università ci diceva sempre che quando chiediamo/interroghiaamo qualcosa a qualcuno l’importante non è la prima domanda che facciamo ma la seconda. Ecco qui il giornalista avrebbe dovuto chiedere prima il perchè di tale atteggiamento e successivamente proporre la seconda domanda, che sarebbe stata molto breve: “Stai mentendo.” Per fare ciò però, serve gente con la schiena dritta, senza guinzaglio, senza tessere di partito e soprattutto, nel nostro caso, gente che non serva al nutrimento dell’ ego sconfinato, di un narcisismo patologico di un bimbetto viziato che prenderebbe il pallone e se ne andrebbe a casa piangendo. 
Questo avrebbero dovuto fare, far venire fuori il loro beniamino per quello che è, cosa che, abbiamo visto, hanno fatto invece i tre spagnoli. I giornalisti, invece, hanno preferito ammantare, ancora, una situazione ipocrita, una situazione fallace per far piacere al loro amico. Questo è l’atteggiamento peggiore per uno che si fregia del titolo di giornalista. 

Guido Meda è il totem che rientra appieno nel nostro discorso. Non fa mistero di tifare per Rossi, anzi, lo sbandiera ai 4 venti senza timore alcuno. Fa di tutto, durante la telecronaca, per insultare, osteggiare, rimpicciolire le prestazioni dei rivali del suo idolo. Durante la telecronaca dell’ultima gara che ha assegnato il mondiale a Jorge Lorenzo, non ha mai smesso di nominare il fantomatico “complotto”, nei confronti di Rossi. Ma il precedente è peggiore. In Malesia, Rossi ha un contatto con Marquez che portato all’esterno della curva subisce una botta con il ginocchio sinistro dell’italiano. Questo è il risultato di un giro che nessun pilota professionista si sarebbe mai sognato di fare, portato all’estremo dai continui assalti dello spagnolo, Rossi, prima rallenta in modo del tutto insensato, poi allarga una curva come se fosse alla guida di un tir ma vedendo che Marquez non mollava, ecco che parte l’estremo gesto, quello della disperazione. Risultato: Marquez a terra, Rossi non viene squalificato, continua la gara e conclude terzo. Solo alla fine si avrà la sanzione che lo vedrà partire ultimo nell’ultimo gp della stagione, rimangono comunque sempre i 7 punti di vantaggio su Lorenzo. 

Da dove nasce tutto questo teatro? 
Nasce dalla conferenza stampa tenuta due giorni prima? Si, in parte ma le radici stanno alla conferenza stampa precedente la gara quando, nel delirio comunicativo, nessuno gli fece notare che stava mettendo in circolo una castroneria dalle proporzioni epiche, che se fossimo in aula di tribunale diremmo: farà giurisprudenza.
I giornalisti si sono comportati da camerieri, da palafrenieri di corte, da dame di compagnia. Nessuno, pur sapendo quello che stava per accadare si è sognato di alzare un ditino e dire: “Signori, questo non è il nostro lavoro. Noi dobbiamo dire le cose come stanno. Non dobbiamo essere i servi di nessuno e le lingue, invece che per leccare, le dobbiamo usare per dire come stanno le cose.”
Invece no. Bagno di follia. 
La realtà diviene quella inventata. La realtà diventa il paradosso. 
Tutti, nessuno escluso, hanno danzato su questa realtà malata, patologica, assurda. La gente si è sentita tutelata, autorizzata a dire che le cose stavano come hanno detto loro e se l’hanno detto loro è giusto perchè loro sanno, perchè stanno li dove devi sapere e riportano quello che ha detto lui. E lui, come sappiamo, non può sbagliare.
Ecco come nasce un avvenimento manipolato dai media. Affermare, continuamente, come hanno fatto Meda e compari che, quello che tutti hanno visto non lo hanno visto come lo hanno visto loro e quindi la versione “reale” dell’accaduto non è quello a cui ho assistito bensì quello che mi raccontano. Un obiezione, qui nascerebbe spontanea: “Perchè, allora, non credi a quello che hai visto?”, perchè da sprovveduto quale sono non credo alla mia capacità di “analisi”, di “critica”, allora mi devo affidare a chi è competente e chi meglio di un giornalista lo è?

Non solo ma come dicevamo prima: devo adattarlo alla mia realtà e se la mia realtà e di delirare di febbre gialla, sono protetto in tutto e per tutto. Ecco la trappola alla quale si riferiva Pasolini più di 40 anni fa. La gente ha perso, totalmente, la capacità critica del giudizio. Il giudizio, che è una delle prime abilità intellettuali, è stata messa da parte, anestetizzata, perchè c’è chi pensa per loro.
Qui, devo dire, la capacità dell’accozzaglia giornalara è stata sublime. Masse, mandrie di pseudo competentoni che, sentendosi autorizzati a dire la loro, si sono profusi in commenti tecnici e analisi di gara. Gente come Cesare Cremonini, Vasco Rossi, Caterina Balivo, Carlo Cracco, Marco Materazzi, l’intera squadra dell’Inter. Addirittura piloti, sia di moto che di auto, Sebastian Vettel su tutti che ha affermato che Valentino Rossi ha fatto bene a fare quello che hanno visto tutti. 

Parte il peana!
Tutti a dire che non è successo quello che è successo. Rossi ha un culo solo ma a volerlo leccare sono molteplici lingue. 
Nel paese della ipersalivazione, i culi da leccare stanno diminuendo e Signora mia! Non ci sono più i culi di una volta. Ergo, quello che si ha lo si tiene stretto. 
Il televisore, lo schermo di un pc diventa un Chupa Chups a 32 pollici. Il brain Washing ha avuto l’effetto sperato. Il tutto condito dal più abietto e becero nazionalismo che, nella nostra nazione si vede solo in occasione dei mondiali e nella difesa dell’indifendibile o di qualche cialtrone, osannato dalla stampa, protetto dai pretoriani della penna, che ride in continuo e che risulta, per questo, simpatico e con una forza psicologica di misteriosa natura. 

Eccoci, nello splendore della cloaca maxima. Ma perchè un giornalista arriva a prostituirsi in modo così spudorato, mi chiederete. Non serve avere la lingua lunga, bisogna saperla usare. 
Discendiamo dagli scimpanzè e la loro attività primaria era il “grooming”, ossia la pulizia reciproca. La regola è una: pulire il maschio alfa, il re del branco che però non spulcia nessuno. E se leccare è un istinto primario, anche essere leccati non è da meno. Se la piaggeria funziona bene, a godere sono in due, “Gustavo Dandolo” e “Godevo Prendendolo”, ossia il leccatore ed il leccato. 
Penserete che l’adulazione diminuisca con il salire, dell’individuo, nella scala sociale? No, vi sbagliate.In realtà è il contrario: Il successo aumenta l’autostima ed il vincente tende ad interpretare gli elogi non come lusinghe ma come dimostrazione di intelligenza da parte dell’autore. 

Leccare, è insito nell’animo di molte persone, Montanelli, in un intervista affermò che: “Gli italiani, nei lavori servili sono i migliori al mondo.” Ecco, il giornalista, svolto in questo modo, diventa un lavoro servile, Meda lo è all’ennesima potenza. Stare dalla parte di chi si reputa migliore. Come il narciso ha bisogno dei servi che gli girino intorno, così il servo ha bisogno del signore che gli comandi cosa dire, come dirlo e quando dirlo. Gente che se non avesse il dono del servilismo non riuscirebbe nemmeno ad allacciarsi le scarpe. 
Ve lo vedete uno come lui avere autonomia mentale? Io no, personalmente, nemmeno sforzandomi. Ecco che si crea la miscela esplosiva della manipolazione. 
Attenzione, parlo di Meda per segnalare tutta l’impresa di lustrazione terga che sverna dietro l’indotto creato da Rossi.

La specialità di Casa Meda: Balle a presa rapida. 
Ne riescono a produrre quantità industriali, selezionando quelle che funzionano meglio. Coaudivato da gente come: Sanchini, Capirossi (che dovrebbe sapere qualcosina in più, visto che ha fatto il lavoro di pilota e soprattutto di aiutini da parte di connazionali dovrebbe avere ricordo, visto che nel 1990 lo aiutarono in tre a vincere contro Hans Spaan e visto come vinse nel 1998 dovrebbe avere anche l’accortezza di tacere), Reggiani, Agostini il redivivo.
Balle scelte, primizie, quelle che suonano meglio agli orecchi degli ignoranti che idolatrano Rossi. Quelle che per essere smentite hanno bisogno di qualche minuto di concentrazione e attenzione. Cosa impossibile da chiedere alla maggior parte dei fan del pilota Yamaha.

Durante l’ultima gara del mondiale, dopo che il tutto era stato ormai “guastato” da teorie di complotti, da biscottifici spagnoli, in cabina di regia si commentava solo il presunto complotto teso al giusto dei giusti. Senza mai spiegare come è nata quella teoria, a cosa risale e chi l’ha messa in giro. Lo dicono anche al primo anno di asilo: “se parli di complotti devi portare le prove”. Manipolazione, ancora. 
La gara dei tre spagnoli che andavano come il vento, su tempi da qualifica, è stata del tutto ignorata. Si rimarcava il fatto che Marquez stesse rallentando, allargando, frenando per non sorpassare Lorenzo. 
Piloti (Petrucci in primis) che non appena hanno odorato l’arrivo del santissimo hanno accostato, acceso le 4 frecce, atteso il passaggio della cometa e poi sono ripartiti per concludere la gara, il tutto in un profluvio di saliva e di prostituzione intellettuale, da parte dei giornalisti e soprattutto di chi, quel lavoro, il pilota, lo fa per vivere e non per rendere conto al rivale o presunto tale. 
Perchè Petrucci che non ostacola un rivale è il buono, colui che capisce che Rossi si sta giocando un mondiale. 
Perchè, invece, Marquez è la riproposizione di Hitler in salsa iberica, colui che non ostacola un rivale, Lorenzo, che si sta giocando il mondiale. Stessa situazione, logiche opposte.


Come ho detto all’inizio dell’articolo, per una buona riuscita della manipolazione, c’è bisogno di qualcuno che si faccia manipolare in modo quieto ed anche con un pò di piacere, come alla fine del primo atto, ecco che spunta nel nostro palcoscenico il terzo ed ultimo personaggio in cerca d’autore, fa la sua comparsa il Populismo.

mercoledì 11 novembre 2015

TUTTI IN PIEDI SUL LETTINO (Parte I)

Visto che fra "complottisti" e "biscottari" è tutto un tirare merda, stavolta noi di Gigler passiamo oltre, lasciando il lancio dell'escremento a chi magari lo scopre adesso e ci si diverte un sacco.

Questa volta faccio il professionista serio... quindi faccio copia e incolla come fanno nei veri giornali e vi posto il lavoro di un nostro collaboratore. Il Prof. Henry Hole luminare di psicologia. Il nome se l'è inventato lui per proteggere l'anonimato, ma psicologo lo è per davvero. Sì avete letto bene: psicologia. Se ne parla sempre tanto e a sproposito di questa materia per giustificare tempi sul giro e risultati sportivi. Noi la usiamo per analizzare quello per cui è nata: il comportamento e nello specifico quello che ha portato un pilota sull'orlo della follia fino a perdere da solo il titolo.

Sapete già come la penso: il complotto, il cosiddetto "Patto di Andorra" è una cavolata e Rossi inventando un Marquez nemico ci si è poi scontrato per davvero. Ma è un po' come quando si prende un platano che attraversava la strada. A Sepang la scorrettezza l'ha commessa Rossi, non Marquez e a Valencia è partito ultimo per questo.
Pensateci un attimo cari rossisti sfegatati: se non faceva lo scemo alla conferenza stampa di Sepang magari il titolo lo perdeva lo stesso, ma non così.

Lascio quindi la parola al nostro esperto, tanto dite sempre che scrivo della merda, almeno stavolta è merda d'autore, ma vi prego di leggere che c'è da imparare qualcosa.


E’ possibile definire un fenomeno al di fuori delle sue manifestazioni? Si può definire un fenomeno sociale, un prodotto come Valentino Rossi? Se si, come lo si deve definire? Non come lo si definisce normalmente, quelli sono slogan urlati, buoni per la pancia del popolo, buoni per la vendita del quotidiano in crisi. Ottimi per i giornalisti che devono tenere la lingua allenata.
Se si, quindi, come lo si definisce, socialmente? E allora possiamo usare un termine tanto caro ai politici (e cosa non è politico, dal 1994 in poi?) il termine in questione è : Populismo. Lo si definisce mediaticamente (e cosa non è mediatico dal 1994 in poi?) e allora si usa un termine ben preciso: Manipolazione. Si fa tanto parlare di una presunta “potenza”, “forza”, mentale del campione. E allora ci entra la Psicologia. Ma la psicologia si nutre di “patologie”, il termine: “Disturbo narcisistico della personalità” dice nulla?
Quali di questi termini saranno preponderanti? Tutti e nessuno. Questi termini si mescolano tra di loro, come lementi chimici altamente assimilabili. Si fondono come i migliori metalli e formano la fenomenologia che interessa a noi.

La presunta forza psicologica:

Cos’è il Narcisismo? O meglio, cos’è il disturbo narcisistico di personalità? Vediamo cosa ci dice la definizione: “I Disturbi di Personalità vengono raggruppati in tre Cluster (Insiemi)

Cluster A: disturbi di personalità caratterizzati da condotte strane o eccentriche.
Cluster B: comportamenti drammatici o eccentrici.
Cluster C: condotte ansiose o inibite.

Personalità Narcisistica (Cluster B)

“Le persone con una personalità narcisistica sono caratterizzate da senso di superiorità, esigenza di ammirazione e mancanza di empatia. Esprimono una credenza esagerata nel loro proprio valore o importanza, comunemente denominata “grandiosità”. Possono essere estremamente sensibili ai fallimenti, alla sconfitta, o alla critica. Se incontrano un fallimento, a causa della loro elevata opinione di se stessi, possono facilmente manifestare estrema rabbia o depressione. Dal momento che si vedono superiori agli altri spesso pensano di essere ammirati o invidiati. Credono di essere autorizzati a soddisfare i propri bisogni senza attendere, per cui possono sfruttare gli altri, i cui bisogni e opinioni vengono ritenuti di scarso valore. Il loro comportamento risulta solitamente offensivo per gli altri, che li vedono come auto-centrati, arroganti o egoisti. Questo disturbo di personalità si presenta tipicamente in uomini d’azione, ma può essere riscontrato anche in soggetti con scarsi successi.”

Mi pare che ll quadro proposto dal Cluster B faccia al caso nostro.

E’ una patologia, dunque, caratterizzata da un alta percezionde del Sé, in modo spropositato e grandioso. Si esagera la propria importanza e si idealizza il proprio Sé . C’è una forma di amore e di coinvolgimento che risutano fasulli.
La persona dimostra una forma di egoismo di cui non è consapevole e fa di tutto per non rendersene tale, ciò consta di un disagio sociale, di relazione e di sofferenza con la preponderanza di difficoltà nelle relazioni affettive.

Sono termini che si cuciono addosso al nostro caso come un guanto, come il vestito di un sarto fatto su misura. E non voler rendersi conto di questa situazione è solo questione di malafede.
Rossi, conserva un evidente Io infantile, che se in alcuni contesti è necessario, nel contesto nostro no. Infatti ci consente di delineare il “Disturbo Narcisistico”.
Questo Io infantile ha bisogno, ha il bisogno che hanno tutti gli infanti ed i bisogni maggiori sono: Essere amato, essere divinizzato, essere ammirato. Se Rossi fosse un infante avrebbe bisogno di essere nutrito ma non credo che ciò accada, il nutrimento che il suo ego richiede e di ben altra portata.
Questo Io, allontana da se tutto ciò che non serve al suo benessere. Tutto ciò che può creare pericolo alla sua “omeostasi”. La prestunta forza psicologica di Rossi, che tante presunte vittime ha mietuto, con la complicità necessaria della stampa a lui soggiogata, non è altro che il fenomeno di “proiezione”. Rossi utilizza questa dinamica come captain america usa il suo scudo, come thor il suo martello. Nel mondo dei piloti, mondo non facile, pochi sono i piloti che risultano “simpatici” al nostro caro Rossi, quei pochi che gli fanno comodo sono quelli che vengono annegati nel suo narcisismo.
Basta poco ad essere allontanati dalla “cerchia magica”, basta che si metta in discussione uno dei suoi talenti che lui e tutta la sua combriccola, metta alla porta “lo straniero”, l’ateo che si macchia di deicidio. Non solo, il mal capitato viene anche “segnato”, dal marchio dell’infamia, come succedeva con le adultere in un famoso libro. §
I casi ecclatanti sono quelli che molti sanno. Piloti che passano per essere stati distrutti dalla forza psicologica del campione: Biaggi, Gibernau, Stoner, Marquez, Lorenzo. Il loro reato? Aver cercato di varcare le soglie del proibito (Biaggi, Gibernau), il peccato maggiore? Aver oltrepassato la porta del tempio (Stoner, Marquez, Lorenzo.) Ossia essere diventati campioni del mondo per più volte.
Mentre Biaggi è stato nettamente massacrato con un lavoro di proiezione e con l’aiuto della stampa assoggettata,utilizzato a seconda del bisogno come: Campione, quando si devono narrare le gesta del campione, Oggetto mediocre ed inutile quando c’è il rischio che le gesta del campione non abbiano la giusta consistenza. Siamo all’interno della patologia della comunicazione.
Una persona normo dotata, allora, non sa più dove ancorarsi, non sa più come affrontare la tematica, sfugge via non appena si è creduto di bloccarla, di stringerla con i legaccci della ragione. Come un anguilla sfugge via e continua il suo giro.
Discorso differente, invece, per gli altri piloti e soprattutto su Casey Stoner. Australiano, pilota di puro e cristallino talento, l’unico ad aver conquistato il mondiale su una Ducati. Ecco, qui si apre il palcoscenico, si mette in mostra “Lo spettacolo di arte varia”, direbbe Paolo Conte. Non appena c’è il rischio di vedere la divinità colpita, “battuta”, inizia il processo di rimozione, il processo di infangamento, il processo di depersonalizzazione, il sentimento dell’odio. Su Stoner e sulla sua moto sono girate più voci che sulla morte di Kennedy. Vengono posti dubbi sul mezzo ma non ottenendo risultati, allora, si deve passare al successivo livello: Infangare alla cieca. Si attacca la persona e quale occasione migliore? Ma quella di un infortunio, l’uomo è un predatore ed è incoscio, in lui, attaccare la preda quando sente l’odore del sangue, il cervello rettile, lì , da il suo meglio. Ecco trasformata una debolezza in forza. La presunta forza psicologica non è altro che gettar dubbi, fango e quant’altro su chi ha ferito l’innominabile, il santissimo. Stoner, allora, viene definito: “Matto”, “Psicolabile”, “Debole”, “Fragile”, “Depresso”. IL suo momentaneo ritiro è visto come l’impossibilità di mantenere lo sguardo sulla divinità, non potendo sostenere lo sguardo, come Mosè che non poteva vedere Dio che gli dettatava i comandamenti, allora è necessario abdicare e lasciar perdere il tutto.
Stoner, è quello che si definisce, “Oggetto Fobico”. Nessun altro pilota ha mai subito gli attacchi, gli improperi, da parte sia di un collega che da parte della stampa e dei tifosi ciechi. Tutto quello che di male capitava al Rossi era solo colpa di Stoner. Un forza devastante di tale portata non mostra “potenza” psicologica ma “debolezza”, “piccolezza”, “infantilità”. L’avversario lo devo battere nel luogo preposto, una pista se corro, sul tatami se faccio Judo, su una pista di atletica se corro i 100 metri. Questa è la vera forza di un vero campione, sano, senza disturbi di personalità.
Stoner viene odiato perchè è un catalizzatore, un amplificatore dei sentimenti di Rossi. Non potendo sopportare quei “sentimenti”, deve “proiettarli” su qualcuno. Il campione “Sano” utilizza, invece, quel materiale per costruire la sua vittoria, interiorizza, invece di proiettare, è quella che viene definita “Capacità di resilienza”, ossia, la capacità di uscire rinforzati e migliorati dalle problematiche che la vita ci pone dinnanzi. Posso trovare, sul mio cammino, un sasso, sta a me scegliere cosa fare. Se sono arrabbiato, il sasso, diventa un arma, se sono un artista lo posso far diventare una scultura, se sono un costruttore, farlo diventare la base per un palazzo. Ho sempre un sasso a disposizione ma sta a me utilizzarlo nel modo migliore.
E’ di questi giorni il cambio di “Oggetto Fobico”, non più Stoner ma Marc Marquez, eletto a più voci come “erede” della divinità. Anche qui, nel momento in cui fa comodo ecco che si innalza il soggetto che interessa, nel momento in cui non serve oppure si macchia di lesa maestà, viene scagliato giù come Lucifero.
Non appena è stato lanciato il segnale di pericolo, ecco che riparte il solito teatrino patologico. Guidati dal narcisista, tutti danno l’assalto al mal capitato di turno. Di cosa è accusato Marquez?
Marc Marquez è stato accusato di aver favorito il connazionale, Jorge Lorenzo, durante la gara di Philip Island. Come lo ha aiutato? Arrivandogli davanti, facendogli perdere punti importanti nella corsa al mondiale, in quanto tra il primo ed il secondo la differenza dei punti è più che notevole. Quindi, Marquez toglie punti a Lorenzo, Rossi rimane sempre primo in classifica, lo spagnolo non si avvantaggia ma Rossi dice il contrario: Lorenzo è stato avvantaggiato dal fatto di essere arrivato secondo alle spalle di Marquez che, detto in modo chiaro, lo ha favorito facendogli perdere punti che lo avrebbero avvicinato a Rossi.
Paradosso? Sembrebbe uno dei quadri di Escher, uno a caso. E invece no. E’ la normalità patologica, la comunicazione malata di un narcisista che ha visto in pericolo il proprio status. Questo è. Automaticamente, il tutto che viene dopo è contrassegnato dall’essere patologico. Non a caso, il delirio onirico è perdurato anche durante la conferenza stampa dove è stato designato “il nemico” da allontanare come gli appestati. Ecco cos’è la forza di Rossi. La sua patologia, che rende il tutto patologico, che fa passare paradossi come normale comunicazione, grazie al servilismo della stampa.

In conclusione di questo primo quadro, quindi, cosa possiamo dire, quali sono le colpe di chi si trova ad avere a che fare con Rossi? Perchè non ci si limita ad applaudire, ad ammettere una, anche momentanea, superiorità? Come il folle, che indicava che il Re era nudo, questi piloti hanno squarciato la ferita narcisistica della divinità. Folle nel suo delirio, nel suo dolore, ha perso ogni contatto con la realtà, annientando tutto quello che gli può nuocere. Un novello Erode che fa strage (metaforica) di piloti. Parlavamo di ferite, la ferita narcisistica. La più dolorosa da tollerare,da sopportare, se non si ha una buona capacità di resilienza ed un Io ben strutturato, tutte cose che, come abbiamo visto, mancano al nostro caso. Le ferite narcisistiche hanno vita dura a cicatrizzarsi, rimangono sanguinanti, non si rimarginano. Nell’inconscio naricisista non è tollerabile tale situazione, non è accettabile che si possa rimanere feriti. Questi piloti, senza saperlo, o forse si, hanno dimostrato che il giocattolo è debole, la presunta forza è vera debolezza. La divinià è fallace, mortale. Non ci sono poteri, non esistono miracoli. Si può accettare tutto questo? No, non è accettabile, tollerabile. Ed allora si da via allo spettacolo, si apre il palcoscenico ed accanto alla patologia Narcisista ecco che si fa avanti un altro attore che chiameremo: Manipolazione.

lunedì 26 ottobre 2015

IL VORTICE

Parlare del Gp della Malesia non è facile, troppa roba, troppe polemiche, troppe dichiarazioni, troppo casino e vi dirò: non mi è piaciuto niente.
Non mi è piaciuta la polemica pre-gara, non mi son piaciute le prove coi dispetti da parte di TUTTI, non mi è piaciuto come è finito il duello fra Rossi e Marquez.
Non mi sono piaciute le dichiarazioni dei protagonisti tutte con qualche bugia qua e là, non mi è piaciuto Lorenzo che pretende le punizioni che gli fan comodo (mai elegante mettere bocca su cose che ti riguardano fino a un certo punto) e infine non mi è piaciuto che quando vince Pedrosa parlano sempre di altro!!
E' stato davvero triste sentire che dopo un week end così, dove l'unico fuori dalle chiacchiere ha dato la paga a tutti, le uniche domande siano state se aveva visto cosa era successo dietro di lui dagli schermi.

Quindi per non fare uno zibaldone di stronzate cerco un filo conduttore: il revisionismo.
Allora se uno sta dalla parte di Rossi o di Marquez non mi interessa. Non parteggio per nessuno dei due, ho anche amici rossisti che hanno visto le cose diversamente da me ma li rispetto.
Quello che non rispetto è chi cambia idea per opportunismo quando il suo mestiere sarebbe fare informazione. Un vortice che rovescia tutto e tutti a seconda della prospettiva. Quando Rossi dice una cosa, bisogna modificare il contesto in modo che non sembri quella che è: una cazzata.
Questo non va bene, mai. Non puoi dire che vedi una cosa e poi diventa un'altra. Puoi cambiare opinione, ma non puoi vedere gli eventi con la lente della dietrologia e della polemica reinterpretando tutto.

Dall'Australia con furore



Il giovedì la consueta e noiosissima conferenza del giovedì dove la domanda unica è sempre "cosa ti aspetti da questa gara?" (e io spero sempre che qualcuno dica che partirà al contrario o proverà a farla tutta su una ruota) Rossi se ne esce che, in parole povere, Marquez è un pilota sleale che sta favorendo Lorenzo perchè è geloso dei suoi titoli. Un condensato pretestuoso e infantile che strappa qualche sorriso pensando che sia tutta una messa in scena. Lorenzo risponde sarcastico che l'aiuto c'è stato, specialmente all'ultimo giro dove Marquez gli ha strappato la vittoria e 5 punti che poteva recuperare su Rossi.
Ecco la polemica poteva fermarsi qui. E invece no.
Tutti i media nostrani han ripreso le parole di Rossi, e rivisto il Gp d'Australia alla loro maniera. Diciamo subito che dopo la gara Rossi aveva detto di essere stato danneggiato, ma per 4 giorni nessuno gli aveva dato peso. Reggiani nel dopo gara australiano aveva detto che non la pensava assolutamente così, dopo Sepang dice che si è riguardato le gare e che "se Rossi l'ha detto significa che ha ragione". Idem Meda, ma non ci sorprende, che non aveva visto un cazzo per 4 giorni e ne passa altrettanti sostenendo l'esatto contrario.
Ognuno si tenga la sua opinione, per carità che non voglio più litigare con nessuno. Però se dici due cose diverse, una delle due è sbagliata.
Unica nota positiva è che Rossi scomunica i suoi tifosi che hanno offeso Iannone, solo che a me suona un po' come "dovevate offendere Marquez coglioni!"

La strategia del terrore
L'effetto della conferenza stampa è devastante. Qualsiasi cosa avvenga in pista e fuori è considerata prodotto delle tensioni. E qui avviene una seconda trasformazione. Da verità assoluta, la mossa di Valentino Rossi diventa una cosa detta per mettere nervosismo nei suoi avversari. Francamente faccio fatica a considerare le medesime frasi in astuzie o sincerità. Lo stesso Rossi dice che se fosse una strategia sarebbe qualcosa di stabilito a tavolino. Comunque qualsiasi cosa poi avvenga nelle prove è definito dalla teoria dell'asse iberico fra Marquez e Lorenzo. Fermo restando che Marquez vincendo in Australia aveva aiutato Rossi. Dettagli.
Quando Rossi si ritrova 2 volte a seguire Marquez è "per puro caso", quando Marquez si rifiuta di tirarlo nonostante Valentino lo aspetti per 30" in "surplace" è un dispetto del pilota Honda. Quando in qualifica Marquez entra per primo e Lorenzo lo segue... è colpa di Marquez che lo vuol tirare. Insomma Marc deve tirare Rossi per regolamento? Finirà con Lorenzo in seconda fila con un tempo peggiore di quello fatto nelle libere.
Vedete un po' voi.

Episodio per non vedenti




Ci sono decine di telecamere eppure, come accade con le moviole calcistiche, ognuno vede quello che gli pare. Nei resoconti dettagliati Marquez dice di essere stato calciato sulla mano che aveva sul freno. Rossi prima dice che Marquez è caduto da solo, negando tutto poi sostiene che è stato Marquez ad andargli addosso e che il piede gli è scivolato dopo che era già caduto.
Abbiate pazienza, questo è falso. Rossi non scivola, alza la gamba poi la stende su Marquez che cade in simultanea col contatto della pedata. Io credo a Marquez e l'ho vista come Marquez.
Quanto alla traiettoria non vedo come possa essere lo spagnolo colpevole di voler curvare. Guardate qui l'immagine confezionata dall'amico DVA:


la traiettoria giusta è diversi metri più interna. Per la cronaca han perso quasi 4" in quella curva. Vi pare una mossa normale?

Ma non sono il solo ad averla vista come Marquez.
In diretta Loris Capirossi ha esclamato "ma cosa stanno facendo?!", Meda vede un calcio. Dal muretto Galbusera parla di Marquez che "ha ostacolato Rossi" ma i due commentatori rifiutano assolutamente! Per loro il duello è stato "bello", "grandioso", "corretto".
Dopo la gara la stessa serie di sorpassi senza contatti o scorrettezze diventa una "provocazione"e il calcio di Rossi diventa ininfluente "Non passi l'idea che Marquez è caduto per il calcio eh!" si inalbera Meda e comunque è un "fallo di reazione". Ma la reazione c'è o non c'è?
Perchè se c'è allora Marquez ha ragione. Questo direbbe la logica, no? Serve una soluzione che assolva Rossi, condanni Marquez ma al contempo non sia una totale cagata.
Serve...

La soluzione diabolica
La redazione di Sky in collegamento con tutti i quotidiani italiani analizza le immagini. Vengono portati in elicottero centinaia di espertoni di complotti, torri gemelle e aerei telecomandati. Vengono mandate avanti e indietro le immagini centinaia di volte, migliaia.
Quando oramai le teste pensanti prendono una brutta piega e si stanno oramai infilando nel culo ecco che l'ipnosi ha effetto: E' MARQUEZ CHE TIRA UNA TESTATA A ROSSI.
Fantastico.

A questo punto mi arrendo, il livello è sceso così tanto che non posso controbattere. E' talmente assurdo che sfugge a qualsiasi logica.
A questo punto tutto è permesso. Anche che Reggiani sospetti un accordo precedente all'Australia con Lorenzo che lascia vincere Marquez. Il complotto insomma c'è, ma il calcio sparisce. Lorenzo e Rossi facevano addirittura finta di essere amiconi (non si sono mai potuti vedere, vabbè lo dice Lorenzi e lascia il tempo che trova), Marquez cova da Assen la vendetta. Addirittura? Ma è la verità o è vero solo perchè l'ha detto Rossi?

Certo non ci aveva pensato nessuno, ma adesso sappiamo che tutto è possibile. Perchè prima nessuno credeva a un Marquez aiutante di Lorenzo, che ora invece si è palesato. Ma dove sta scritto che se Marquez è aggressivo con Rossi a Sepang, allora ciò dimostra che era premeditato anche la gara prima?
Ma a nessuno è venuto in mente che forse Marquez si è incazzato solo in Malesia per essersi sentito dare del pilota sleale anti sportivo e geloso?
E l'incazzatura di Rossi che fine ha fatto? Non aveva reagito scorrettamente come avevano detto in telecronaca? Non era stato un fallo di reazione? No, è diventato un movimento della gamba difensivo, lo speronatore è diventato incredibilmente Marquez!

A sentire Jarvis è stato il pilota della Honda a voler curvare invece di accomodarsi fuori dall'autodromo. Oltretutto a quell'ora evitava gli ingorghi. Ma è Rossi che va dritto o ce lo siamo già scordati?! Doveva fermarsi, dicono, Marquez cade da solo, si aggancia col freno e Cristo è morto di freddo.
E la protezione della leva? "Non serve a niente" - dice Pasini - è di plastica e si rompe subito". Ma che cazzo dici? E' ancora integra e al suo posto dopo la caduta! Basta balle!!
"Colpa di Marquez che vuole rubare il Mondiale di Valentino e non c'entra niente" dice Reggiani che un minuto prima dava la colpa a Rossi per quella curva fatta in modo balordo! Quindi c'è qualche parte del regolamento che indica come chi non è in lotta per il titolo debba farsi da parte come un doppiato?

E alla fine poteva mancare la ciliegina sulla torta di Meda?

Insomma alla fine è colpa di Lorenzo che non ha danneggiato nessuno, non comanda Marquez e le Honda gli han già ciullato 14 punti in 3 gare, ma a quanto pare solo lontano da Rossi devono stare, se stanno davanti a Lorenzo va bene.
Bell'accordo Jorge! Per me però un po' ti stanno fregando, o molto più probabilmente abbiamo dei giornalisti assurdi.

mercoledì 21 ottobre 2015

IL BELLO CHE NON PIACE


Primi giri a Phillip Island con "l'animale da gara" davanti a tutti. Si ritirerà di lì a pochi istanti.

Quando ci sono gare come l'ultimo Gp d'Australia, sarebbe bello che tutte le moto fossero bianche, senza numeri e tutti i piloti in tuta di pelle nera come una volta così da non poterli distinguere.
I continui sorpassi di una corsa che cambia padrone a mezzo giro dalla fine dopo aver perso il conto dei sorpassi, meriterebbe di essere apprezzata a prescindere dai nomi dei protagonisti e dai loro piazzamenti.
Purtroppo, a leggere e sentire certi commenti degli scribacchini cascano le braccia e ti chiedi: ma che razza di gara hanno visto loro?

E' tutto un mugugnare perchè non ha vinto l'idolo delle folle dopo giorni e giorni di pompaggio mediatico. Phillip Island è stata descritta come la "casa di Rossi" eppure io ricordavo che australiano era Stoner, quello che ci aveva vinto dal 2007 al 2012 ininterrottamente. Ma forse mi sbagliavo, o probabilmente Stoner non esiste, non è mai esistito. E' solo l'ennesima fantasia dei detrattori-cospiratori-antitutto che infestano questa nazione (no, la minuscola non è un errore di battitura). Del resto Sky ha mandato in onda solo le gare australiane vinte da Rossi...
Addirittura qualcuno ha scritto un articolo dove il confronto fra Rossi e Lorenzo in Australia è "IMPIETOSO" per lo spagnolo: 6-1 il conto delle vittorie. Eppure una riga sotto si scrive che 5 di esse sono precedenti al 2005, cioè 3 anni prima che i due fossero avversari.

Logico che con aspettative del genere il 4° posto di Rossi sia stato deludente, ma io ri-domando: l'avete vista la gara? Mica parliamo di un 4° posto scialbo a 15". E' stata una lotta a lungo a 3, o addirittura a 4 per la vittoria. A volte la si spunta, a volte no. Che senso ha trovare delle spiegazioni ad uso e consumo di una sola parte?
Valentino Rossi ha tutta la mia comprensione, così come ce l'aveva Lorenzo a Motegi, a cercare delle giustificazioni per il suo piazzamento.
E' normale, fai 4°, eri uno dei più veloci e alla fine non sali nemmeno sul podio, è sacrosanto che ti girino le scatole.
E' che per essere uno che diceva di potersene inventare 20 di scuse a ogni gara mi ha deluso. Primo, ne poteva trovare di più e non ci avviciniamo nemmeno lontanamente alla ventina. Secondo, sono pure delle cagate.

La squadra ha lavorato male nelle prove? E quando mai ha lavorato bene? In 16 Gp sei partito 15 volte dietro Lorenzo, te ne sarai accorto che sul giro secco ti manca qualcosa o no?
La moto non era veloce sul dritto come quella di Lorenzo perché pesi troppo? Premesso che più veloce di Ducati e Honda non lo era nemmeno il tuo compagno, ma quando sei ingrassato? A Motegi?
Io l'avevo detto come battuta quella del peso, ma sentirmela ripetere dopo 2 anni non me l'aspettavo. Che poi vorrei sapere quanto può incidere 1 kg o 2 (questa la differenza con Lorenzo) quando hai oltre 250cv sotto il culo.
E' un po' come annusarsi le scoregge quando tira la Bora.

Io spero sempre che certe cose le dica per vedere fino a che punto lo seguono i giornalisti e al momento hanno il guinzaglio davvero corto. Ci fosse uno che guarda le velocità per vedere se dice il vero. Ci fosse uno che guarda i tempi e nota che Rossi è stato 2° solo a Marquez in gara e che è andato ben più forte del 29.9 che faceva nelle prove, col compagno inchiodato a 29.7. Il solito miracolo? L'animale da gara? L'odore degli scarichi? Boh stavolta è arrivato 4° e non ci hanno detto l'ingrediente magico, eppure andava più forte dei giorni precedenti e non di poco.

Ma il vero scandalo della domenica sono stati gli insulti a Iannone reo di essere arrivato 3° davanti al Campione dei Campioni. Non c'è articolo che non metta virgolette su parole come "rubato 3 punti", "sgarbo" etc etc.
Sul web è salita la marea del vomito con insulti anche molto pesanti in mezzo a consigli di cambiare bandiera e accuse di corruzione. E su questa vorrei soffermarmi.
Che io sappia il "corrotto" peggiora la sua prestazione, no? Voglio dire: il portiere fa apposta a prendere il gol, il pugile si fa mettere al tappeto e così via. Quando mai un corrotto fa la sua prestazione migliore?? E che doveva fare Iannone? In che modo farsi superare apposta sarebbe stato, sportivamente parlando, meglio? O doveva fare come Petrucci che ha dichiarato candidamente di non voler andare a prendere Rossi a Silverstone?? Ecco lì io qualche domandina me la farei sul fidanzato dell'inviata che lavora per la rete che sponsorizza e trasmette a tutto spiano Rossi. Allora Petrucci venne difeso a spada tratta. Iannone? Non proprio.
Perchè nel difendere il Ducatista si da la colpa alle persone sbagliate: i presunti complottari che ce l'hanno con Rossi e creano il clima d'odio.

Eh no caro Meda, sbagli bersaglio. E te lo dimostra un timido articolo apparso sulla Gazzetta martedì dove viene detto che sulle pagine facebook e twitter di Marquez, non ci sono state ondate di insulti da parte dei tifosi di Lorenzo per i 5 punti tolti al maiorchino dal pilota Honda. Strano eh? Perchè? L'autore dice (e davvero non ci posso credere...) che la ragione probabilmente é nella "statura" simile dei 2 spagnoli come campioni.
E quindi? Iannone sarebbe indegno di arrivare davanti? Deve lasciar passare Rossi anche se corre per un'altra Casa?! O forse (prova a recuperare in extremis l'articolista) "è una diversa cultura sportiva".

Ecco, allora:
- chi ha cantato "scemo-scemo" a Lorenzo sotto il podio del Mugello? Ducatisti?
- chi ha esultato alla caduta a Misano sempre di Lorenzo? Fans scatenati di Dovizioso?
- chi ha insultato Pedrosa dopo Aragon? Fanboys di Marquez?

No. Sono gli stessi che hanno offeso Iannone, solo che nessuno ha il coraggio di dirlo per non perdere lettori, click, ascoltatori. Sono sempre e solo tifosi di Rossi.
Non saranno tutti, ovvio, c'é anche gente a modo che lo tifa, però tutti quelli che si sono comportati così male, insultando di volta in volta chi si è messo tra lui e Lorenzo sono tifosi di Rossi, sono gli esaltati che tutti i santi giorni voi cari giornalisti cercate di incantare e aizzare contro il "nemico" inventadovi di sana pianta "affronti" alla Vostra divinità.
Come il triciclo esposto dai box di Lorenzo. Sono solo 12 anni che lo usa. E lo usa con tutti quelli che lo seguono. Voi l'avete fatta diventare una polemica e un oltraggio al pilota italiano.

E quando accadono queste cose, dove a un pilota che ha fatto una gara onestissima e corretta come Iannone, "laggente" augura di morire voi vi giustificate con "l'indotto", come un prezzo che dobbiamo pagare tutti per il successo del Motomondiale. Eh no cari miei, con gli ascolti vi riempite le tasche voi, io le gare le vado a vedere anche con le tribune vuote e gli amatori in pista perchè mi piace questo sport, non i soldi che ci girano attorno.

Fatevi un esamino di coscienza prima di lanciare accuse. Che se manca cultura sportiva nei motori, oggi, è soprattutto colpa vostra.

lunedì 12 ottobre 2015

IL GESTORE (ma anche no)

Ai poveretti che devono sparare i titoloni sui giornali basta poco. Una frase stizzita buttata lì alla bisogna e tac: ecco trovata la chiave di lettura totale generale della gara. E perchè no, mettiamoci pure del Mondiale.

Cosa è successo a Motegi in due parole? Lorenzo e Rossi han tirato tutta la gara finchè non sono finite le gomme e Pedrosa li ha fregati entrambi quando a momenti non stavano più in piedi. Siccome Rossi è arrivato davanti a Lorenzo, per tutti è stata una vittoria di intelligenza e tattica del pesarese.
L'ispirazione è venuta da un botta e risposta fra i 2 piloti della Yamaha: Lorenzo ha detto di essere stato sfortunato perchè la pista asciugandosi gli ha compromesso la gara.
Reazione comprensibile: se domini prove e gara e a 5 giri dalla fine non hai più gomma e perdi tutto, un po' ti girano.
A Rossi però parlare di sfortuna è suonato un po' come "stai forse dicendo che ho avuto culo io?!" e così risponde piccato con la sua proverbiale simpatia: “mi sembra irrispettoso nei miei confronti dare la colpa alla sorte. Anch’io potrei trovare delle scuse ogni volta che gli arrivo dietro, almeno venti per volta”. Del resto quando mai è successo che abbia dato la colpa a una gomma difettosa, alla spalla, al peso e alla statura? Ma soprattutto:
“potrei dire di essere stato più intelligente, ma facciamo che sono stato più fortunato”. La solita eleganza.

Da questa frase è partita la campagna stampa che porta qualsiasi quotidiano, sito web, blog e giù giù fino all'ultimo degli espertoni (tipo Lippi, uno che di culo se ne intende) a dire che il "segreto" di Rossi è stata la gestione delle gomme.
A tal proposito meritano una lettura particolare le pagelle della Gazzetta. Partiamo da dietro: Dovizioso positivo finchè le gomme non sono crollate Marquez invece ha avuto ragione dell'italiano solo in virtù di tale crollo. Allora vale lo stesso ragionamento anche per Lorenzo? No, lui le gomme le ha sciupate mentre Rossi le ha intelligentemente gestite. Addirittura ipotizzano che abbia FINTO di accontentarsi del 2° posto ma in verità abbia gestito le gomme!!
Per dirla in estrema sintesi con le parole di quel mattacchione di Pernat "Rossi PERFETTO, Lorenzo scriteriato".



Ma è davvero andata così? NO. E non lo dico io ma i tempi sul giro.
Rossi prova già alle prime curve a mettersi davanti a Lorenzo che però prende la testa della corsa e subito mette 3" in 3 giri sul rivale. Ma poi? Eh, poi i due vanno UGUALE fino alla fine. Sarà solo al 17° giro su 24 che il distacco calerà dai 3" tornando ai 2" e mezzo che si avevano al 3° giro.
Controllate voi stessi: QUI

Anche la gara di Pedrosa nella sua straordinarietà é invero piuttosto ordinaria. Senza sparare alcun tempone passa dai circa 8" che aveva fino al 10° giro, a vincere con 8" e mezzo di vantaggio.
Praticamente è come se per metà gara Pedrosa fosse stato con le Yamaha e poi li avesse lasciati sul posto vincendo con quasi 17" di vantaggio.
Ma quel che va detto e cancella tutte le storture dei media finalizzate all'esaltazione del loro beniamino, é che Lorenzo e Rossi non hanno avuto una gestione delle gomme né oculata, né differente tra loro. Han tirato allo stesso modo, fatto gli stessi tempi, conservato lo stesso distacco fino a quando non hanno finito le gomme. TUTTI E DUE.

Difatti Pedrosa quando sorpassa Rossi gira in 56.basso contro il 57.alto di Rossi. Il quale a sua volta girava ancora in 56 appena un giro prima. Volete dirmi che nel gestire le sue gomme Rossi rallenta di 1" e mezzo quando deve difendersi da Pedrosa?
Dani si mantiene sul 57 fino al 20° giro quando Rossi e Lorenzo già annaspano vicini ai 2 minuti.
Poi certo se vogliamo dire che Lorenzo ha distrutto le gomme più di Rossi, o meglio ancora, che nel momento in cui sono crollate, Rossi ha tenuto botta meglio anche seguendo Pedrosa (come da lui ammesso), a me va bene, ma non ditemi che i tempi dell'italiano sono saliti all'improvviso di 3" per una gestione intelligente delle coperture: era sulle tele pure lui!

Ma anche se questo articolo non verrà editato dal MinVer come quelli di Gozzi, siamo sicuri che alla storia passerà la leggenda del "Gestore" oltre che "Dottore".
Peccato che l'unico che potrebbe fregiarsi di questo titolo sia questo omino qui di cui come al solito, non frega un cazzo a nessuno tranne quando c'è da dire che è un mediocre che subisce i corpo a corpo.


Del resto non ha il fisico da wrestler. Ma da pilota. E di quelli buoni.


P.S. desidero dedicare due righe di numero a MAURO SANCHINI che domenica nel warm up ha detto che dell'elimedica si poteva fare a meno perchè tanto si correva senza fino a poco tempo fa.
Questo dopo neanche 24 ore che De Angelis veniva trasportato per una emorragia interna proprio dallo stesso elicottero.

Facciamo i nostri migliori auguri ad Alex di pronta guarigione e anche a  Sanchini di non farsi male quando... dell'elicottero se ne può fare a meno.

venerdì 4 settembre 2015

L'ULTIMA PAROLA

Oooooh stavolta sono puntuale nel commentare una notizia che non sia vecchia di mesi.
In realtà lo sarebbe, solo che tutti ne parlano ora, perché non tuffarcisi? Ha fatto in queste ore il giro del Mondo la notizia che Stoner avrebbe rifiutato di fare una "wild card" con la Honda nel finale di stagione.

Di Stoner in MotoGp "una tantum" si era già parlato, anzi non si é mai smesso di parlare di un suo ritorno nel Motomondiale come ospite speciale in almeno una gara da quando si é ritirato. La possibilità concreta c'era già stata all'inizio di questa stagione. Ricordate? Era il Gp del Texas ad Austin. Riassumendo, Stoner dichiarò che gli sarebbe piaciuto correre al posto di Pedrosa infortunato nei Gp in cui lo spagnolo sarebbe stato assente, come omaggio all'ex compagno di squadra con cui aveva un ottimo rapporto.
La Honda però preferì far correre Aoyama, collaudatore assente dai Gp tanto quanto Stoner. Una scelta bizzarra considerando che secondo Nakamoto e Suppo per Stoner "una Honda ci sarebbe sempre stata". Sì, ma solo quando tirava il culo a loro evidentemente.

Stoner non la prese bene, perculando la Honda via twitter facendosi immortalare su una gigantesca custom offertagli da un concessionario Honda per quello stesso week-end. Dal canto suo Suppo non fu da meno liquidando Stoner con un lapidario "Non é Casey la soluzione ai nostri problemi".
Decisamente poco diplomatico. Toccò quindi al capo esecutivo di HRC Nakamoto-san indire una conferenza stampa per spiegare pubblicamente come mai Stoner non aveva corso pur essendosi offerto volontariamente.
Un discorso ben diverso da quello di Suppo che in pratica aveva detto che Stoner non serviva a un cazzo. Al contrario Nakamoto sostenne che voleva dare a Stoner un'occasione con tutti i crismi: team che conosceva, pista familiare, test preparatori (che Stoner può fare in quanto non iscritto al campionato) etc etc. Austin e Rio Hondo invece erano proprio piste su cui l'australiano non aveva mai corso, il suo ex-team era sparpagliato per mezzo paddock e insomma Nakamoto ci teneva a fargli fare bella figura.
Finita qui? Beh pare proprio di sì.

A sentire Suppo infatti la notizia che Stoner avrebbe rifiutato questa occasione offerta dalla HRC risale appunto a quel periodo anche se varie riviste di settore la riportano ora. E quindi non c'è nulla di strano, son cose vecchie, nessuna incrinatura nel rapporto fra Honda e pilota. “E’ vero che ci eravamo resi disponibili con Stoner per allestire una wild card qualora avesse voluto, ma la proposta gli era stata fatta mesi fa, prima del GP di Austin”

Già.
Però a leggere le parole di Suppo mi viene in mente qualcosa che invece non sfiora nemmeno il giornalista che lo intervista. Livio infatti dichiara: “Nakamoto gli disse che, se avesse voluto, si sarebbe potuto prevedere una wild card in Giappone o in Australia nel finale di stagione preparandola con cura e più calma”
Più calma? E rispetto a cosa? A una improvvisata venuta in mente al pilota? Allora anche se Suppo colloca la cosa a PRIMA del Gp di Austin, beh si tratta comunque di DOPO il rifiuto di dargli una moto per quella gara. Cosa che Suppo si guarda molto bene dal sottolineare. Anzi sfuma la conclusione così, come se non avesse alcuna importanza: “Casey però non era interessato e da quel momento non se ne è più parlato"

E qui uno che di mestiere fa il giornalista dovrebbe approfondire o perlomeno commentare il fatto piuttosto curioso dove un pilota si offre di correre così al volo, per amicizia, senza parlare di soldi, di moto, di team, di pista, fregandosene di tutto e tutti mentre il Costruttore ha scrupolo di metterlo nelle migliori condizioni possibili... ma più avanti, non ora. Offrendo garanzie che solitamente dovrebbe chiedere il pilota (tecnici di fiducia, prove generali etc etc).
E poi?
E poi il pilota rifiuta proprio la gara preparata per benino? Ed é una coincidenza che questo rifiuto del pilota sia arrivato subito dopo che si era visto negare la possibilità di correre in Texas??

Certo per chi di mestiere fa il denigratore di Stoner é facile dire che "tanto Stoner é matto" ma a nessuno viene il sospetto che per quel rifiuto se ne sia avuto a male? Anche perchè, conferma lo stesso Suppo che poi non hanno mai più parlato di fare delle gare. E vi pare poco? Ma soprattutto, perché i media fan finta di nulla? E poi ci sarebbe anche la strana coincidenza della moto aggiornata per Crutchlow proprio in Texas mentre Aoyama viaggiava con le Open.

Davvero a volte pare di essere in un Truman Show dove accadono solo le cose scritte sul copione.
Ho ancora nelle orecchie le critiche feroci e immotivate di Sanchini ("Qui Stoner avrebbe preso una paga della Madonna") o le stupidaggini di Capirossi ("Aoyama ha sviluppato lui la Honda") o dello stesso Suppo ("Aoyama ha fatto benissimo"). Eccerto tutti felici per gli strepitosi risultati di Aoyama!!
Beh insomma quando uno che nelle libere fatica a stare nei primi 20 e che di 3 gare ne ha finita una a 47" mi riesce difficile credere che Stoner avrebbe fatto peggio di così. Poi però, quando Marquez criticherà qualche Gp dopo la moto, verrà fuori che la colpa é solo di Stoner che "Non ha mai capito niente di tecnica", per dirla con le parole di quello che a parità di moto buscava 1" e mezzo al giro e dava il merito dello sviluppo ad Aoyama.

Rimane il fatto che dopo il "no" della Honda, Stoner ha risposto col suo di "no" e se non ne hanno mai più parlato mi sa che l'ultima parola forse non é stato solo un "no" ma anche un "vaffanculo", di cuore.






mercoledì 8 luglio 2015

UN TROFEO INFERNALE

Spesso capita nello sport, anche amatoriale, che le aspettative superino i risultati provocando delusione. Molto più raramente, quando non ci si aspetta nulla, arrivano le soddisfazioni.
E' il caso di questa torrida Master Cup dove per l'appunto non ci aspettavamo nemmeno di finirla e invece, grazie a una serie di circostanze, il nostro Fabrizio Merlin si è pure portato a casa una coppetta.



Si comincia col solito gazebo privo del superfluo: una moto e una cassetta per gli attrezzi. Ma tanto basta per attirare qualche curioso. Un tizio chiede:
- Ma "Merlin" è un nome o il soprannome?
- E' un soprannome -risponde secco- in realtà io faccio il mago. Vedi quella valigia? Dopo ogni gara taglio in due l'ombrellina.

Questa gara è l'occasione per provare diverse novità. Si va dal motore fresco di restauro, all'elettronica, alle gomme Pirelli etc etc. Tutte cose importanti per carità, ma al Merlo piace di più mostrare il casco (veramente fantastico) e fare qualche giro. Peccato che il caldo tolga davvero ogni voglia di correre.
Con noi sotto il gazebo a godersi il fresco di oltre 40° c'è anche Mattia Vescovi che subito ci dice la novità: il regolamento prescrive protezioni dei carter imbullonate che ovviamente non abbiamo.
Ma grazie alla grafica accattivante e a uno scambio di persona (i commissari credono che il pilota sia io...) ci lasciano passare le verifiche con la promessa che sistemeremo tutto prima della gara.
COSA CHE ABBIAMO FATTO OVVIAMENTE (sia mai che ci arrivi una squalifica a posteriori).

Dicevamo del caldo... beh è tale che il Merlo prende appena un turno di libere e si gode mattina e pomeriggio a girellare per il paddock e a guardare gli altri girare dalla comoda tribuna centrale lato Correntaio. Subito noto che i concorrenti sono pochissimi, il paddock è deserto, non si contano più di 10 moto per volta in pista e ce ne sono diversi più lenti di Fabrizio, quando ecco che arriva da Tokyo il messaggio che può dare una svolta a una carriera.
Direttamente dalla HRC, tramite Facebook, sul telefonino del Merlo appare:
"Shuhei Nakamoto ti ha invitato a giocare a "Diamond Dash"
Ridiamo per una ventina di minuti e andiamo a mangiare.

Dal turno di libere appare evidente che bisogna aggiustare i rapporti, il caldo non fa sembrare il motore granchè, ma nemmeno le velocità degli altri sono impressionanti così come i tempi.
Cambio della corona per le qualifiche e il Merlo conquista la 5° posizione. I primi 3 appaiono imprendibili (e lo saranno) ma sotto il podio è tutta da giocare.
Il secondo turno viene fatto con le stesse gomme perchè davvero non vale la pena sprecare gomma e nemmeno guardiamo i tempi.
Mattia invece cade nel cercare la prima fila. Nulla di grave, ma con la moto ancora da rimontare preferisce tuffarsi a bomba in una piscina gonfiabile.


Non so voi, ma io così tanta gente in mutande senza il mare non l'avevo mai vista. I piloti han solo 2 vestiti: tuta di pelle o braghette, tanto ci si scotta anche con la maglietta addosso.
Per la gara non portiamo in griglia nemmeno le termocoperte... potrebbero raffreddare le gomme. Però spiegami una cosa Bicio: perchè adesso che viene Michela "l'ombrellino" devo farlo io? Che poi in tutte le foto mi si vede solo il braccio o la panza? Vabbè...


Scopriamo così che sono stati unificati diversi Trofei e Bicio si ritrova in terza fila col 7° tempo, ma siamo fiduciosi... e infatti scazza la partenza...
Recupera prontamente il paio di posizioni perse e si getta all'inseguimento di un terzetto che va più o meno uguale. E qui possiamo rincuorare il nostro "Ziri": il motore spinge e anche parecchio, perchè non capita spesso di vedere un CBR superare una BMW sul rettilineo del Mugello.

Ma, lo ripeto fino alla noia, con questo caldo è già tanto riuscire a portare a termine la gara, il Merlo gira costante e miracolosamente con lo stesso passo delle altre volte (il che significa che in condizioni migliori si potrà fare sicuramente meglio), la moto scivola ovunque, le gomme tengono botta, il Merlo ci racconta di aver fatto le Arrabbiate di traverso beh insomma per me a parte la calura che gli ha tolto la parola per 20 minuti, si è anche divertito.
Chiude 7° ma a soli 2" dal 4° su 17 partenti. Mica male.

E mentre Michela e io lo innaffiamo come una pianta per farlo riprendere, dall'altoparlante si sente un annuncio che a noi grossomodo suona così:

- bla bla bla podio bla bla bla bla concorrenti bla bla bla MERLIN bla bla bla 

Cosa? Come? Ma soprattutto: perchè?!
Beh come vi dicevo la griglia era un misto di vari Trofei e a quanto pare dei 6 davanti solo 2 erano della Master Cup 1000 e quindi sì: Fabrizio Merlin va sul podio!!
Così gli tocca di rimettersi la tuta dalla quale l'avevamo appena estratto lasciandolo esanime sulla sedia in mutande e via senza nemmeno sapere da quale diavolo di scala si debba andare (no non è un frequentatore abituale di podi...), prendi il casco, no non lo porto, dammi qualcosa da bere e poi lascia l'aranciata sul podio.



Visibilmente emozionato, Fabrizio sale sul terzo gradino del podio dove gli danno pure una bottiglia con la retina chiusa al contrario. Praticamente la apre quando se ne sono andati tutti!
Ma chissenefrega! Siam tutti contenti! Anche Mattia è salito su un podio insperato dopo una gara che non gli era piaciuta per niente.
C'è poco da fare: se porti a casa una coppa tutto diventa più bello e gustoso anche più di una gara combattuta per un 20° posto. Ti porti a casa qualcosa che rimane il segno indelebile di qualcosa andato per il verso giusto... almeno per una volta!

E quindi che sia per i pochi iscritti, che sia un premio di consolazione per il caldo, che sia per il compleanno, noi dubbi non ne abbiamo: questa coppa Fabrizio te la sei meritata tutta.