venerdì 13 novembre 2015

TUTTI IN PIEDI SUL LETTINO Parte II: LA MANIPOLAZIONE

Seconda parte dell'analisi del Prof. Henry Hole sui fenomeni paranormali della MotoGp.
Stavolta la lente è puntata sull'altra faccia della medaglia: i media.
In parole povere se uno caccia balle ma i media le riprendono come verità, tali sono anche per il popolo bue. Senza questa proficua collaborazione rimarrebbero appunto solo balle.
Proficua perchè la strenua difesa dell'idolo delle folle serve a foraggiare ascolti, click sul web, copie vendute.

Se vi chiedete, come mai Meda dice che Petrucci (pilota Ducati) è "bravo e sportivo" a farsi da parte per far passare Rossi perdendo così anche la posizione su Smith e svariati secondi dopo aver duellato con l'inglese, quando poi lo stesso telecronista da giorni definisce Marquez scorretto perchè non ha superato Lorenzo in quanto pilota Honda contro pilota Yamaha?
Ma se Marquez deve danneggiare Lorenzo che corre per la Yamaha, così non fa vincere il titolo a un altro pilota Yamaha??
Ma poi non ci avevano detto le stesse persone che a Sepang Marquez non doveva interferire con la lotta per il titolo? A Valencia l'ha fatto allora?

No.
Secondo Meda, Marquez non doveva entrare nella lotta per il titolo e quindi doveva ATTACCARE Lorenzo. Cioè il contrario di Sepang dove NON doveva ATTACCARE Rossi.
Follia? 
Secondo me sì, però la possiamo anche definire una più opportunistica: 

                                                              MANIPOLAZIONE


“La manipolazione psicologica è un tipo di influenza sociale finalizzata a cambiare la percezione o il comportamento degli altri usando schemi e metodi subdoli e ingannevoli che possono anche sfociare nell'abuso sia psicologico che fisico. Il fine ultimo perseguito dal manipolatore è la soddisfazione dei propri interessi, di norma a spese degli altri.”

Dal dizionario Treccani: “. Macchinazione imbroglio: m. avvocatesche. Più com., rielaborazione tendenziosa della verità mediante presentazione alterata o parziale dei dati e delle notizie, al fine di manovrare secondo i proprî fini e interessi gli orientamenti politici, morali, ecc. della popolazione o di una parte di essa: m. dell’informazione; m. dei risultati elettorali; m. delle coscienze.”

“Scagli la prima pietra chi non ha mai fatto circolare come verità autentica quello che aveva sentito dire da qualcuno che non ne sapeva affatto più di lui. In tutti questi casi c'è un fattore comune che è particolarmente degno di nota: l'inserimento di uno pseudo-ambiente tra l'individuo e il suo ambiente. Il comportamento dell'individuo è appunto una reazione a questo pseudo-ambiente. Ma dato che è un comportamento, le sue conseguenze, se si tratta di atti, non operano nello pseudo-ambiente nel quale è stato stimolato, ma nell'ambiente reale nel quale l'azione accade."

Walter Lippmann


Ecco, l’altro attore che si presenta sul palcoscenico. Per fare una buona manipolazione occorrono due elementi: il manipolatore ed il manipolato. La manipolazione individuale, ovvero il tentativo di modificare a proprio vantaggio il comportamento di altri soggetti, è sempre esistita. Nel V secolo A.C. i Sofisti, retori che si vantavano di poter prevalere nelle assemblee popolari per mezzo di abili discorsi, vennero violentemente attaccati da Platone in diversi dialoghi e in particolare nel Gorgia. Un fenomeno relativamente recente è invece la manipolazione dell'opinione pubblica attuata attraverso la propaganda consentita dai mezzi di comunicazione di massa. il fenomeno della manipolazione mediatica si è ampliato fino ai nostri giorni, soprattutto con i cambiamenti che il Web ha determinato nella manipolazione della comunicazione. 

Da questo punto, partiamo per la nostra disamina. Ho accennato, nell’articolo precedente come, la realtà logica sia stata completamente ribaltata durante la conferenza stampa che precede al gp della Malesia. Ripetendo il tutto: Rossi ha accusato Marquez di averlo ostacolato nella corsa al mondiale vincendo la gara di Phillip Island, favorendo così il suo rivale diretto, Jorge Lorenzo. 
Il primo classificato, in moto gp prende 25 punti, il secondo, invece, 20. La differenza è di ben 5 punti. Rossi quindi afferma che: Lorenzo si è avvantaggiato dal non aver vinto la gara che gli avrebbe fatto recuperare ulteriori 5 punti. Ha preso meno punti, ed è stato il vincitore. Rossi arriva quarto e prende 13 punti, ne perde 7 da Lorenzo, se lo spagnolo avesse vinto la gara avrebbe perso 12 punti invece che i 7. Ergo non si è avvantaggiato Lorenzo ma Rossi.
Perchè partendo da una posizione di testa, Rossi era primo nella classifica del campionato, ha visto diminuire il proprio distacco in modo “indolore”, cosa che invece avrebbe avuto un peso maggiore nel caso in cui, Lorenzo, avesse vinto la gara. 

Confesso che mi è venuto difficoltoso riassumere il tutto, anche perchè la mente umana cerca sempre la soluzione più facile, qui, invece, la difficoltà sta nel dire il contrario di quello che la mente vede e recepisce. Abbiamo detto che per una buona manipolazione occorrono due elementi: un buon manipolatore ed un manipolato che facilita la cosa. 
Rossi è uno dei migliori manipolatori in circolazione. Se fosse stato un politico avrebbe preso la maggioranza dei voti perchè sa ribaltare la realtà come nessun altro. Il popolo vuole gente del genere perchè catalizza le proprie problematiche, le assorbe e le riversa in modo commestibile. 
Aiutato dal narcisismo, un manipolatore come Rossi può dire che un rivale si avvantaggia anche se la logica afferma il contrario. Il punto è uno, per far ingoiare tali paradossi alla gente hai bisogno di qualcuno che li riproponga in modo autorevole, in modo “accademico”, ex cathedra. Serve il veicolatore del messaggio manipolato. Il Medium di massa. 

Nel 1971, Pasolini, intervistato da Enzo Biagi aveva già capito il rischio che si corresse quando si va a parlare in tv. Il messaggio, afferma Pasolini, assume un aria autoritaria. La persona più sprovveduta, avedendo, ascoltato, quel messaggio, è convinto che la voce che lo sta enunciando sia degna di nota, proprio perchè ne parla in tv. Detto in maniera meno nobile: Il primo cretino che passa in tv viene assunto a messia. Anche perchè, uno dei postulati della comunicazione è che l'essere umano cerca continuamente di "adattare" la sua rappresentazione della realtà al suo ambiente reale, ma la qualità di questo adattamento dipende da due fattori. Il primo è la qualità delle informazioni (fatti+opinioni), sempre esposta al rischio di manipolazione, che egli è in grado di procurarsi. Il secondo dipende dalla sua capacità di analizzarle criticamente senza "piegarle" ai propri pregiudizi.

Fatto questo, o meglio, non effettuato ciò, abbiamo bell’e pronto il piatto da somministrare alla massa.
Entrano in gioco i fautori della manipolazione, i giornalisti. Da loro passa il messaggio che viene inviato da Rossi, nel nostro caso, il messaggio non viene analizzato, non viene criticizzato, filtrato e diventa di dominio pubblico. “L’ha detto il telegiornale!!!” è la risposta che danno in molti quando gli chiedi dove hanno preso certe notizie, “L’ha detto il giornalista o l’esperto, o il critico.” Qui, assume forma la paura che aveva previsto Pasolini più di 40 anni fa, quando la tv era ancora per pochi. 
Rossi afferma che Marquez lo ha ostacolato ed ha avvantaggiato Lorenzo. Se qualcuno avesse “criticizzato” come ho fatto io sopra gli avrebbe bussato alla spalla e gli avrebbe detto: “Senti cocchino, capisco che sei incazzato perchè hai fatto puttanate su puttanate ma vedi che i fatti sono diversi, leggiti i punteggi.” 
Questo avrebbero dovuto fare i giornalisti presenti

Un mio professore, all’università ci diceva sempre che quando chiediamo/interroghiaamo qualcosa a qualcuno l’importante non è la prima domanda che facciamo ma la seconda. Ecco qui il giornalista avrebbe dovuto chiedere prima il perchè di tale atteggiamento e successivamente proporre la seconda domanda, che sarebbe stata molto breve: “Stai mentendo.” Per fare ciò però, serve gente con la schiena dritta, senza guinzaglio, senza tessere di partito e soprattutto, nel nostro caso, gente che non serva al nutrimento dell’ ego sconfinato, di un narcisismo patologico di un bimbetto viziato che prenderebbe il pallone e se ne andrebbe a casa piangendo. 
Questo avrebbero dovuto fare, far venire fuori il loro beniamino per quello che è, cosa che, abbiamo visto, hanno fatto invece i tre spagnoli. I giornalisti, invece, hanno preferito ammantare, ancora, una situazione ipocrita, una situazione fallace per far piacere al loro amico. Questo è l’atteggiamento peggiore per uno che si fregia del titolo di giornalista. 

Guido Meda è il totem che rientra appieno nel nostro discorso. Non fa mistero di tifare per Rossi, anzi, lo sbandiera ai 4 venti senza timore alcuno. Fa di tutto, durante la telecronaca, per insultare, osteggiare, rimpicciolire le prestazioni dei rivali del suo idolo. Durante la telecronaca dell’ultima gara che ha assegnato il mondiale a Jorge Lorenzo, non ha mai smesso di nominare il fantomatico “complotto”, nei confronti di Rossi. Ma il precedente è peggiore. In Malesia, Rossi ha un contatto con Marquez che portato all’esterno della curva subisce una botta con il ginocchio sinistro dell’italiano. Questo è il risultato di un giro che nessun pilota professionista si sarebbe mai sognato di fare, portato all’estremo dai continui assalti dello spagnolo, Rossi, prima rallenta in modo del tutto insensato, poi allarga una curva come se fosse alla guida di un tir ma vedendo che Marquez non mollava, ecco che parte l’estremo gesto, quello della disperazione. Risultato: Marquez a terra, Rossi non viene squalificato, continua la gara e conclude terzo. Solo alla fine si avrà la sanzione che lo vedrà partire ultimo nell’ultimo gp della stagione, rimangono comunque sempre i 7 punti di vantaggio su Lorenzo. 

Da dove nasce tutto questo teatro? 
Nasce dalla conferenza stampa tenuta due giorni prima? Si, in parte ma le radici stanno alla conferenza stampa precedente la gara quando, nel delirio comunicativo, nessuno gli fece notare che stava mettendo in circolo una castroneria dalle proporzioni epiche, che se fossimo in aula di tribunale diremmo: farà giurisprudenza.
I giornalisti si sono comportati da camerieri, da palafrenieri di corte, da dame di compagnia. Nessuno, pur sapendo quello che stava per accadare si è sognato di alzare un ditino e dire: “Signori, questo non è il nostro lavoro. Noi dobbiamo dire le cose come stanno. Non dobbiamo essere i servi di nessuno e le lingue, invece che per leccare, le dobbiamo usare per dire come stanno le cose.”
Invece no. Bagno di follia. 
La realtà diviene quella inventata. La realtà diventa il paradosso. 
Tutti, nessuno escluso, hanno danzato su questa realtà malata, patologica, assurda. La gente si è sentita tutelata, autorizzata a dire che le cose stavano come hanno detto loro e se l’hanno detto loro è giusto perchè loro sanno, perchè stanno li dove devi sapere e riportano quello che ha detto lui. E lui, come sappiamo, non può sbagliare.
Ecco come nasce un avvenimento manipolato dai media. Affermare, continuamente, come hanno fatto Meda e compari che, quello che tutti hanno visto non lo hanno visto come lo hanno visto loro e quindi la versione “reale” dell’accaduto non è quello a cui ho assistito bensì quello che mi raccontano. Un obiezione, qui nascerebbe spontanea: “Perchè, allora, non credi a quello che hai visto?”, perchè da sprovveduto quale sono non credo alla mia capacità di “analisi”, di “critica”, allora mi devo affidare a chi è competente e chi meglio di un giornalista lo è?

Non solo ma come dicevamo prima: devo adattarlo alla mia realtà e se la mia realtà e di delirare di febbre gialla, sono protetto in tutto e per tutto. Ecco la trappola alla quale si riferiva Pasolini più di 40 anni fa. La gente ha perso, totalmente, la capacità critica del giudizio. Il giudizio, che è una delle prime abilità intellettuali, è stata messa da parte, anestetizzata, perchè c’è chi pensa per loro.
Qui, devo dire, la capacità dell’accozzaglia giornalara è stata sublime. Masse, mandrie di pseudo competentoni che, sentendosi autorizzati a dire la loro, si sono profusi in commenti tecnici e analisi di gara. Gente come Cesare Cremonini, Vasco Rossi, Caterina Balivo, Carlo Cracco, Marco Materazzi, l’intera squadra dell’Inter. Addirittura piloti, sia di moto che di auto, Sebastian Vettel su tutti che ha affermato che Valentino Rossi ha fatto bene a fare quello che hanno visto tutti. 

Parte il peana!
Tutti a dire che non è successo quello che è successo. Rossi ha un culo solo ma a volerlo leccare sono molteplici lingue. 
Nel paese della ipersalivazione, i culi da leccare stanno diminuendo e Signora mia! Non ci sono più i culi di una volta. Ergo, quello che si ha lo si tiene stretto. 
Il televisore, lo schermo di un pc diventa un Chupa Chups a 32 pollici. Il brain Washing ha avuto l’effetto sperato. Il tutto condito dal più abietto e becero nazionalismo che, nella nostra nazione si vede solo in occasione dei mondiali e nella difesa dell’indifendibile o di qualche cialtrone, osannato dalla stampa, protetto dai pretoriani della penna, che ride in continuo e che risulta, per questo, simpatico e con una forza psicologica di misteriosa natura. 

Eccoci, nello splendore della cloaca maxima. Ma perchè un giornalista arriva a prostituirsi in modo così spudorato, mi chiederete. Non serve avere la lingua lunga, bisogna saperla usare. 
Discendiamo dagli scimpanzè e la loro attività primaria era il “grooming”, ossia la pulizia reciproca. La regola è una: pulire il maschio alfa, il re del branco che però non spulcia nessuno. E se leccare è un istinto primario, anche essere leccati non è da meno. Se la piaggeria funziona bene, a godere sono in due, “Gustavo Dandolo” e “Godevo Prendendolo”, ossia il leccatore ed il leccato. 
Penserete che l’adulazione diminuisca con il salire, dell’individuo, nella scala sociale? No, vi sbagliate.In realtà è il contrario: Il successo aumenta l’autostima ed il vincente tende ad interpretare gli elogi non come lusinghe ma come dimostrazione di intelligenza da parte dell’autore. 

Leccare, è insito nell’animo di molte persone, Montanelli, in un intervista affermò che: “Gli italiani, nei lavori servili sono i migliori al mondo.” Ecco, il giornalista, svolto in questo modo, diventa un lavoro servile, Meda lo è all’ennesima potenza. Stare dalla parte di chi si reputa migliore. Come il narciso ha bisogno dei servi che gli girino intorno, così il servo ha bisogno del signore che gli comandi cosa dire, come dirlo e quando dirlo. Gente che se non avesse il dono del servilismo non riuscirebbe nemmeno ad allacciarsi le scarpe. 
Ve lo vedete uno come lui avere autonomia mentale? Io no, personalmente, nemmeno sforzandomi. Ecco che si crea la miscela esplosiva della manipolazione. 
Attenzione, parlo di Meda per segnalare tutta l’impresa di lustrazione terga che sverna dietro l’indotto creato da Rossi.

La specialità di Casa Meda: Balle a presa rapida. 
Ne riescono a produrre quantità industriali, selezionando quelle che funzionano meglio. Coaudivato da gente come: Sanchini, Capirossi (che dovrebbe sapere qualcosina in più, visto che ha fatto il lavoro di pilota e soprattutto di aiutini da parte di connazionali dovrebbe avere ricordo, visto che nel 1990 lo aiutarono in tre a vincere contro Hans Spaan e visto come vinse nel 1998 dovrebbe avere anche l’accortezza di tacere), Reggiani, Agostini il redivivo.
Balle scelte, primizie, quelle che suonano meglio agli orecchi degli ignoranti che idolatrano Rossi. Quelle che per essere smentite hanno bisogno di qualche minuto di concentrazione e attenzione. Cosa impossibile da chiedere alla maggior parte dei fan del pilota Yamaha.

Durante l’ultima gara del mondiale, dopo che il tutto era stato ormai “guastato” da teorie di complotti, da biscottifici spagnoli, in cabina di regia si commentava solo il presunto complotto teso al giusto dei giusti. Senza mai spiegare come è nata quella teoria, a cosa risale e chi l’ha messa in giro. Lo dicono anche al primo anno di asilo: “se parli di complotti devi portare le prove”. Manipolazione, ancora. 
La gara dei tre spagnoli che andavano come il vento, su tempi da qualifica, è stata del tutto ignorata. Si rimarcava il fatto che Marquez stesse rallentando, allargando, frenando per non sorpassare Lorenzo. 
Piloti (Petrucci in primis) che non appena hanno odorato l’arrivo del santissimo hanno accostato, acceso le 4 frecce, atteso il passaggio della cometa e poi sono ripartiti per concludere la gara, il tutto in un profluvio di saliva e di prostituzione intellettuale, da parte dei giornalisti e soprattutto di chi, quel lavoro, il pilota, lo fa per vivere e non per rendere conto al rivale o presunto tale. 
Perchè Petrucci che non ostacola un rivale è il buono, colui che capisce che Rossi si sta giocando un mondiale. 
Perchè, invece, Marquez è la riproposizione di Hitler in salsa iberica, colui che non ostacola un rivale, Lorenzo, che si sta giocando il mondiale. Stessa situazione, logiche opposte.


Come ho detto all’inizio dell’articolo, per una buona riuscita della manipolazione, c’è bisogno di qualcuno che si faccia manipolare in modo quieto ed anche con un pò di piacere, come alla fine del primo atto, ecco che spunta nel nostro palcoscenico il terzo ed ultimo personaggio in cerca d’autore, fa la sua comparsa il Populismo.