venerdì 19 febbraio 2010

CAMPIONI DA BAR




Visto che non c'e' molto da dire vi racconto una storia, anzi due, sono generoso. Non foss'altro per inaugurare la nuova veste grafica. Visto che bella? E' opera ovviamente del nostro DVA che come potete constatare non e' morto. E comunque anche se fosse morto, adesso e' resuscitato.

QUATTRO AMICI AL BAR

Non c'era Gino Paoli con noi ma quel gran rompicoglioni del barista, lecchino con chiunque a parte noi che gli facevamo avere il 90% degli incassi giusto per essere trattati di merda.
Il caso volle che a fermarsi li' a prendere un caffe', ci fosse un Campione del Mondo di motociclismo.
Un evento per noi poveracci la cui massima ambizione era avere un "Cobra col 19" per poi rassegnarci a un Ciao col 13-13. Tuttavia eravamo incuriositi e attratti dal V.I.P., perfetto sconosciuto fino a pochi mesi prima e divenuto eroe nazionale grazie anche all'aiuto di una mezza dozzina di connazionali che avevano messo dietro il rivale olandese.
Potete immaginare la delusione di noi coetanei nel sentire che il "pilota" negava la propria identita' pur di non essere scocciato da appunto appena 4 persone assolutamente ben educate.

Si era fermato li' a girare con la moto da cross in quello che era un impianto valido a livello internazionale fino a pochi anni prima e che nel 1990 gia' era in stato di abbandono. Il massimo che disse il piccolo campioncino fu "Bella la pista di cross, peccato sia abbandonata". Alla domanda se ci fosse venuto ancora rispose evasivamente che no, ci era solo passato per caso. Vagli a spiegare a uno stronzetto del genere che il "Pistino" di motocross era stato portato a grandi livelli dalla tanta passione e pochi soldi di un commerciante di moto e abbigliamento e che la vita della pista se ne era andata con lui.

Ma il barista incalzava "Dai non gli dite niente?! E' Campione del mondo!!" e il campione nego' ancora la sua identita' per tagliar corto. Al che io, gia' velenoso all'epoca feci spallucce: "Cazzo me ne frega di chi e', tanto tifo per Romboni!"
Il campione del mondo se ne ando' senza salutare.
Ma vaffanpernat.

SIAMO TUTTI AMERICANI
Dopo la dipartita il coglionastro barista ci mostro' orgoglioso che "era veramente lui" (manco avesse una faccia normale, e' brutto come un incubo, vallo a trovare un altro con una disgrazia di faccia come la sua) tirando fuori un autografo che pero' aveva tenuto nascosto d'accordo col pilota per non turbare il V.I.P. evidentemente intimorito dall'orda di quattro persone.
Ribadii il "cazzo me ne frega" visto che pochi mesi prima avevo incontrato il campione dello stesso anno ma di cilindrata doppia e che, quindi, vale di piu' ihihih.

Capito' in quel marasma che era allora il Motor Show di Bologna pure nei giorni feriali.
La combriccola di 6-7 persone si era sparpagliata. Un amico ed io stavamo cercando la giusta uscita mentre veniva annunciata la prossima chiusura e fuori c'era gia' buio pesto.
Mentre stavo concentrato sulla piantina con addosso giacca a vento, sciarpa e uno zaino carico di adesivi e poster anche altrui ecco che l'amico mi strattona quasi a farmi cadere in terra.
"E' lui... e' luiii.. e'... e'..." preso dall'emozione manco riusciva a dire il nome del suo idolo. Immaginai chi fosse dal piumino bianco con un enorme marchio Marlboro (le paglie dei campioni).

Il suddetto era gia' allora considerato un tipo timido ma bizzoso, difficile da trattare. Un vero pezzo di merda per usare un eufemismo.
Sara' perche' non sempre e' cosi' sara' perche' si era perso pure lui, lo avvicinammo. Io gia' parlavo inglese piuttosto bene mentre il mio amico era solo a bocca aperta felice come se avesse incontrato Dio.
Comunque lo aiutammo a ritrovare il PR che lo aveva in custodia e gli facemmo compagnia.

Fu sorprendentemente alla mano, terra terra come dicono in Arkansas, gentile e fu assolutamente fantastico aver scambiato qualche parola con lui. Sembrava davvero grato di aver incontrato due casuali "bodyguard" che tenevano lontano i curiosi e gli facevano strada. Ci firmo' ovviamente autografi con dedica e si fece fare tutte le foto che volevamo.
Preso dall'emozione il mio amico uso' la propria macchina per scattarle agli altri e ci fece ritrarre da un estraneo. Cosicche' da qualche parte in Italia ci sara' qualcuno che avra' buttato lo sviluppo di uno scatto che ritraeva il campione della 250 con due pistoloni che gli crescevano mezzo metro.
Vabbe', sfiga.
Ma la foto e' ancora nella mia mente, peccato non ci sia piu' la persona con cui condividere il ricordo. E che ancora oggi si farebbe due belle risate in memoria di quell'incontro rocambolesco.



dedicato a Marco "Barba" Bottoni e Alessandro "Airo" Airoldi.
Motociclisti veri, ma soprattutto Amici.

sabato 6 febbraio 2010

TEST A TEST

Magro inverno per gli appassionati di motori quest'anno. E poco di cui scrivere. Merito di un bel gruppetto di deficienti che pensa di limitare i costi vietando i test proprio mentre i regolamenti tecnici cambiano continuamente, pure a meta' stagione, costringendo i progettisti a far carta straccia delle stagioni appena concluse.

E' il caso della F1 che ritorna a vietare i rifornimenti dopo una quindicina d'anni e lo fa pero' l'anno dopo una revisione totale dell'aerodinamica e la reintroduzione delle slick.
Ancor peggio in MotoGp dove si limitano i motori a soli 6 annui nell'ultima stagione delle 800cc. A che serve? E' un po' come se uno per farsi un piatto di pasta dovesse cominciare a coltivarsi il grano ogni volta...

COSI' POUR PARLER
Succede allora che mentre sfoglio immalinconito i quotidiani trovo solo fregnacce e non-notizie, polemicucce da due soldi, cazzate varie assortite.
In pochi scrivono quanto vada forte la Yamaha, ancor meno scribacchini sottolineano come Ben Spies abbia gia' nel mirino i Fantastici 4, quasi quasi lo chiamiamo Silver Surfer.
Molto ma molto meglio parlare dell'annosa (e pure noiosa) questione del muro nel team Yamaha e di Rossi che non vuol condividere i propri dati. Al di la' del fatto che il concetto stesso di team va a farsi benedire, cio' sottolinea come lo sviluppo non sia in mano ai piloti che sono utilizzatori finali.
Se i due piloti di punta non collaborano significa che per loro "sviluppo" vuol dire solo "voglio anch'io i pezzi nuovi quando li ha quell'altro" e nulla piu'.
A mio modesto parere Rossi l'ha detta giusta: alla terza stagione in MotoGp Jorge si puo' pure arrangiare. Basta pero' che quando e' lui a scazzare assetto non dia la colpa alla Yamaha che divide le proprie attenzioni.

C'ERA UNA VOLTA IN ITALIA
Ovviamente i piloti italiani vengono sempre seguiti con un occhio di riguardo a volte penoso.
Dovizioso piu' passa il tempo e piu' rimane indietro. Piglia il solito mezzo secondo da Pedrosa (poi dicono che e' Dani a non essere all'altezza, mah...) che pero' quest'anno significa guardare il culo di Spies e sentire le bestemmie in texano urlate da Edwards che, quando si gira a vuoto, va sempre forte sottolineando la bonta' della moto; al primo giorno era a 30 millesimi da Stoner.

Il ritorno di Melandri a Casa Gresini piu' che riportare in auge il ravennate, evidenzia i limiti di Simoncelli. E buscarle da Macio non e' MAI edificante.
Se poi ci mettiamo che Aoyama non fa peggio il quadro e' completo.
Ma i giornalisti non se ne curano e col solito occhio di riguardo di cui sopra parlano del Sic come fosse un candidato al titolo. Tant'e' che a Rossi non fanno che chiedere come si comportera' in futuro con la sua (brutta) imitazione in pista.
Aspetto e mi chiedo quanto tempo ci vorra' prima che Vale li mandi a fare in culo.

VEDO ROSSO
Occhio di riguardo che invece non vale piu' per Schumacher, bombardato ogni dove per ogni minima cazzata.
I tempi di Alonso e Massa (veramente veloci) vengono sottolineati solo per il distacco inflitto al traditore, omettendo pero' che col pieno giravano uguale. E poi a dirla tutta Alonso li' a Valencia andava forte pure con quel cesso di Renault.
Poi ci sono le questioni personali.

Schumi dice che e' contento di correre per un team dove in tanti parlano tedesco, e gli italioti si incazzano, beh andate voi a lavorare a Dortmund per 15 anni e poi mi dite se non vi farebbe piacere tornare a parlare italiano, ma che cazzo di discorsi...
Schumi non firma un autografo ad un bambino e si stracciano le vesti, dicono che non glielo ha firmato per via del cappellino Ferrari... Ma per piacere!
A ben guardare quel filmato non firma un cazzo a nessuno!!
Non ci ricordiamo lo stesso sussulto quando Kimi se ne frego' altamente di un bimbo caduto vicino a lui mentre schivava (e schifava) gli autografi, ne' ci ricordiamo tutto questo livore anti-Mercedes quando Schumi festeggio' il titolo 1999 di... Hakkinen. Con la differenza che il tedesco correva per la sconfitta Ferrari!
E a proposito di Mercedes.
Schumi gira uno spot con una SLS che, udite udite, e' ROSSA!!
Ma perche' la Ferrari non fa macchine color argento?? E Montezemolo fa la sua sparata da bar dicendo che "e' una mancanza di rispetto usare il NOSTRO COLORE".
Peccato che su diverse riviste e nella prova per la stampa a Laguna Seca ci fosse un esemplare rosso e nessuno si sia posto questo problema del rispetto del colore Sacro.
Ah Luca! Ho una Audi rossa, che famo? La rivernicio?

Ma io mi chiedo come una persona con la cultura di Montezemolo, la sua eleganza, la sua posizione, possa fare commenti del genere.
Forse dovrei cominciare a chiedermi invece come uno che fa certe uscite, possa arrivare alla sua posizione.