Questa volta faccio il professionista serio... quindi faccio copia e incolla come fanno nei veri giornali e vi posto il lavoro di un nostro collaboratore. Il Prof. Henry Hole luminare di psicologia. Il nome se l'è inventato lui per proteggere l'anonimato, ma psicologo lo è per davvero. Sì avete letto bene: psicologia. Se ne parla sempre tanto e a sproposito di questa materia per giustificare tempi sul giro e risultati sportivi. Noi la usiamo per analizzare quello per cui è nata: il comportamento e nello specifico quello che ha portato un pilota sull'orlo della follia fino a perdere da solo il titolo.
Sapete già come la penso: il complotto, il cosiddetto "Patto di Andorra" è una cavolata e Rossi inventando un Marquez nemico ci si è poi scontrato per davvero. Ma è un po' come quando si prende un platano che attraversava la strada. A Sepang la scorrettezza l'ha commessa Rossi, non Marquez e a Valencia è partito ultimo per questo.
Pensateci un attimo cari rossisti sfegatati: se non faceva lo scemo alla conferenza stampa di Sepang magari il titolo lo perdeva lo stesso, ma non così.
Lascio quindi la parola al nostro esperto, tanto dite sempre che scrivo della merda, almeno stavolta è merda d'autore, ma vi prego di leggere che c'è da imparare qualcosa.
E’ possibile definire un fenomeno al di fuori delle sue
manifestazioni? Si può definire un fenomeno sociale, un prodotto come Valentino
Rossi? Se si, come lo si deve definire? Non come lo si definisce normalmente,
quelli sono slogan urlati, buoni per la pancia del popolo, buoni per la vendita
del quotidiano in crisi. Ottimi per i giornalisti che devono tenere la lingua
allenata.
Se si, quindi, come lo si definisce, socialmente? E allora
possiamo usare un termine tanto caro ai politici (e cosa non è politico, dal
1994 in poi?) il termine in questione è : Populismo. Lo si definisce
mediaticamente (e cosa non è mediatico dal 1994 in poi?) e allora si usa un
termine ben preciso: Manipolazione. Si fa tanto parlare di una presunta
“potenza”, “forza”, mentale del campione. E allora ci entra la Psicologia. Ma
la psicologia si nutre di “patologie”, il termine: “Disturbo narcisistico della
personalità” dice nulla?
Quali di questi termini saranno preponderanti? Tutti e
nessuno. Questi termini si mescolano tra di loro, come lementi chimici
altamente assimilabili. Si fondono come i migliori metalli e formano la
fenomenologia che interessa a noi.
La presunta forza psicologica:
Cos’è il Narcisismo? O meglio, cos’è il disturbo
narcisistico di personalità? Vediamo cosa ci dice la definizione: “I Disturbi
di Personalità vengono raggruppati in tre Cluster (Insiemi)
Cluster A: disturbi di personalità caratterizzati da
condotte strane o eccentriche.
Cluster B: comportamenti drammatici o eccentrici.
Cluster C: condotte ansiose o inibite.
Personalità Narcisistica (Cluster B)
“Le persone con una personalità narcisistica sono
caratterizzate da senso di superiorità, esigenza di ammirazione e mancanza di
empatia. Esprimono una credenza esagerata nel loro proprio valore o importanza,
comunemente denominata “grandiosità”. Possono essere estremamente sensibili ai
fallimenti, alla sconfitta, o alla critica. Se incontrano un fallimento, a
causa della loro elevata opinione di se stessi, possono facilmente manifestare
estrema rabbia o depressione. Dal momento che si vedono superiori agli altri
spesso pensano di essere ammirati o invidiati. Credono di essere autorizzati a
soddisfare i propri bisogni senza attendere, per cui possono sfruttare gli
altri, i cui bisogni e opinioni vengono ritenuti di scarso valore. Il loro
comportamento risulta solitamente offensivo per gli altri, che li vedono come
auto-centrati, arroganti o egoisti. Questo disturbo di personalità si presenta
tipicamente in uomini d’azione, ma può essere riscontrato anche in soggetti con
scarsi successi.”
Mi pare che ll quadro proposto dal Cluster B faccia al caso
nostro.
E’ una patologia, dunque, caratterizzata da un alta
percezionde del Sé, in modo spropositato e grandioso. Si esagera la propria
importanza e si idealizza il proprio Sé . C’è una forma di amore e di
coinvolgimento che risutano fasulli.
La persona dimostra una forma di egoismo di cui non è
consapevole e fa di tutto per non rendersene tale, ciò consta di un disagio
sociale, di relazione e di sofferenza con la preponderanza di difficoltà nelle
relazioni affettive.
Sono termini che si cuciono addosso al nostro caso come un
guanto, come il vestito di un sarto fatto su misura. E non voler rendersi conto
di questa situazione è solo questione di malafede.
Rossi, conserva un evidente Io infantile, che se in alcuni
contesti è necessario, nel contesto nostro no. Infatti ci consente di delineare
il “Disturbo Narcisistico”.
Questo Io infantile ha bisogno, ha il bisogno che hanno
tutti gli infanti ed i bisogni maggiori sono: Essere amato, essere divinizzato,
essere ammirato. Se Rossi fosse un infante avrebbe bisogno di essere nutrito ma
non credo che ciò accada, il nutrimento che il suo ego richiede e di ben altra
portata.
Questo Io, allontana da se tutto ciò che non serve al suo
benessere. Tutto ciò che può creare pericolo alla sua “omeostasi”. La prestunta
forza psicologica di Rossi, che tante presunte vittime ha mietuto, con la
complicità necessaria della stampa a lui soggiogata, non è altro che il
fenomeno di “proiezione”. Rossi utilizza questa dinamica come captain america
usa il suo scudo, come thor il suo martello. Nel mondo dei piloti, mondo non facile,
pochi sono i piloti che risultano “simpatici” al nostro caro Rossi, quei pochi
che gli fanno comodo sono quelli che vengono annegati nel suo narcisismo.
Basta poco ad essere allontanati dalla “cerchia magica”,
basta che si metta in discussione uno dei suoi talenti che lui e tutta la sua
combriccola, metta alla porta “lo straniero”, l’ateo che si macchia di
deicidio. Non solo, il mal capitato viene anche “segnato”, dal marchio
dell’infamia, come succedeva con le adultere in un famoso libro. §
I casi ecclatanti sono quelli che molti sanno. Piloti che
passano per essere stati distrutti dalla forza psicologica del campione:
Biaggi, Gibernau, Stoner, Marquez, Lorenzo. Il loro reato? Aver cercato di
varcare le soglie del proibito (Biaggi, Gibernau), il peccato maggiore? Aver
oltrepassato la porta del tempio (Stoner, Marquez, Lorenzo.) Ossia essere
diventati campioni del mondo per più volte.
Mentre Biaggi è stato nettamente massacrato con un lavoro di
proiezione e con l’aiuto della stampa assoggettata,utilizzato a seconda del
bisogno come: Campione, quando si devono narrare le gesta del campione, Oggetto
mediocre ed inutile quando c’è il rischio che le gesta del campione non abbiano
la giusta consistenza. Siamo all’interno della patologia della comunicazione.
Una persona normo dotata, allora, non sa più dove ancorarsi,
non sa più come affrontare la tematica, sfugge via non appena si è creduto di
bloccarla, di stringerla con i legaccci della ragione. Come un anguilla sfugge
via e continua il suo giro.
Discorso differente, invece, per gli altri piloti e
soprattutto su Casey Stoner. Australiano, pilota di puro e cristallino talento,
l’unico ad aver conquistato il mondiale su una Ducati. Ecco, qui si apre il
palcoscenico, si mette in mostra “Lo spettacolo di arte varia”, direbbe Paolo
Conte. Non appena c’è il rischio di vedere la divinità colpita, “battuta”,
inizia il processo di rimozione, il processo di infangamento, il processo di
depersonalizzazione, il sentimento dell’odio. Su Stoner e sulla sua moto sono
girate più voci che sulla morte di Kennedy. Vengono posti dubbi sul mezzo ma
non ottenendo risultati, allora, si deve passare al successivo livello: Infangare
alla cieca. Si attacca la persona e quale occasione migliore? Ma quella di un
infortunio, l’uomo è un predatore ed è incoscio, in lui, attaccare la preda
quando sente l’odore del sangue, il cervello rettile, lì , da il suo meglio.
Ecco trasformata una debolezza in forza. La presunta forza psicologica non è
altro che gettar dubbi, fango e quant’altro su chi ha ferito l’innominabile, il
santissimo. Stoner, allora, viene definito: “Matto”, “Psicolabile”, “Debole”,
“Fragile”, “Depresso”. IL suo momentaneo ritiro è visto come l’impossibilità di
mantenere lo sguardo sulla divinità, non potendo sostenere lo sguardo, come
Mosè che non poteva vedere Dio che gli dettatava i comandamenti, allora è
necessario abdicare e lasciar perdere il tutto.
Stoner, è quello che si definisce, “Oggetto Fobico”. Nessun
altro pilota ha mai subito gli attacchi, gli improperi, da parte sia di un
collega che da parte della stampa e dei tifosi ciechi. Tutto quello che di male
capitava al Rossi era solo colpa di Stoner. Un forza devastante di tale portata
non mostra “potenza” psicologica ma “debolezza”, “piccolezza”, “infantilità”.
L’avversario lo devo battere nel luogo preposto, una pista se corro, sul tatami
se faccio Judo, su una pista di atletica se corro i 100 metri. Questa è la vera
forza di un vero campione, sano, senza disturbi di personalità.
Stoner viene odiato perchè è un catalizzatore, un
amplificatore dei sentimenti di Rossi. Non potendo sopportare quei
“sentimenti”, deve “proiettarli” su qualcuno. Il campione “Sano” utilizza,
invece, quel materiale per costruire la sua vittoria, interiorizza, invece di
proiettare, è quella che viene definita “Capacità di resilienza”, ossia, la
capacità di uscire rinforzati e migliorati dalle problematiche che la vita ci pone
dinnanzi. Posso trovare, sul mio cammino, un sasso, sta a me scegliere cosa
fare. Se sono arrabbiato, il sasso, diventa un arma, se sono un artista lo
posso far diventare una scultura, se sono un costruttore, farlo diventare la
base per un palazzo. Ho sempre un sasso a disposizione ma sta a me utilizzarlo
nel modo migliore.
E’ di questi giorni il cambio di “Oggetto Fobico”, non più
Stoner ma Marc Marquez, eletto a più voci come “erede” della divinità. Anche
qui, nel momento in cui fa comodo ecco che si innalza il soggetto che
interessa, nel momento in cui non serve oppure si macchia di lesa maestà, viene
scagliato giù come Lucifero.
Non appena è stato lanciato il segnale di pericolo, ecco che
riparte il solito teatrino patologico. Guidati dal narcisista, tutti danno
l’assalto al mal capitato di turno. Di cosa è accusato Marquez?
Marc Marquez è stato accusato di aver favorito il
connazionale, Jorge Lorenzo, durante la gara di Philip Island. Come lo ha
aiutato? Arrivandogli davanti, facendogli perdere punti importanti nella corsa
al mondiale, in quanto tra il primo ed il secondo la differenza dei punti è più
che notevole. Quindi, Marquez toglie punti a Lorenzo, Rossi rimane sempre primo
in classifica, lo spagnolo non si avvantaggia ma Rossi dice il contrario:
Lorenzo è stato avvantaggiato dal fatto di essere arrivato secondo alle spalle
di Marquez che, detto in modo chiaro, lo ha favorito facendogli perdere punti
che lo avrebbero avvicinato a Rossi.
Paradosso? Sembrebbe uno dei quadri di Escher, uno a caso. E
invece no. E’ la normalità patologica, la comunicazione malata di un narcisista
che ha visto in pericolo il proprio status. Questo è. Automaticamente, il tutto
che viene dopo è contrassegnato dall’essere patologico. Non a caso, il delirio
onirico è perdurato anche durante la conferenza stampa dove è stato designato
“il nemico” da allontanare come gli appestati. Ecco cos’è la forza di Rossi. La
sua patologia, che rende il tutto patologico, che fa passare paradossi come
normale comunicazione, grazie al servilismo della stampa.
In conclusione di questo primo quadro, quindi, cosa possiamo
dire, quali sono le colpe di chi si trova ad avere a che fare con Rossi? Perchè
non ci si limita ad applaudire, ad ammettere una, anche momentanea,
superiorità? Come il folle, che indicava che il Re era nudo, questi piloti
hanno squarciato la ferita narcisistica della divinità. Folle nel suo delirio,
nel suo dolore, ha perso ogni contatto con la realtà, annientando tutto quello
che gli può nuocere. Un novello Erode che fa strage (metaforica) di piloti.
Parlavamo di ferite, la ferita narcisistica. La più dolorosa da tollerare,da
sopportare, se non si ha una buona capacità di resilienza ed un Io ben
strutturato, tutte cose che, come abbiamo visto, mancano al nostro caso. Le
ferite narcisistiche hanno vita dura a cicatrizzarsi, rimangono sanguinanti,
non si rimarginano. Nell’inconscio naricisista non è tollerabile tale
situazione, non è accettabile che si possa rimanere feriti. Questi piloti,
senza saperlo, o forse si, hanno dimostrato che il giocattolo è debole, la
presunta forza è vera debolezza. La divinià è fallace, mortale. Non ci sono
poteri, non esistono miracoli. Si può accettare tutto questo? No, non è
accettabile, tollerabile. Ed allora si da via allo spettacolo, si apre il palcoscenico
ed accanto alla patologia Narcisista ecco che si fa avanti un altro attore che
chiameremo: Manipolazione.