sabato 29 maggio 2010
L'ISOLA DEI NON FAMOSI
E' di questi giorni la notizia che la Yamaha inviera' Jorge Lorenzo sull'Isola di Man per fare il consueto "Lap of Honour", parata semi-storica che apre il celeberrimo Tourist Trophy. Per l'occasione il pilota spagnolo ha scelto tramite concorso la livrea della R1 che usera'. E la notizia finisce qui. Il commento, no.
Pur apprezzando l'iniziativa di Yamaha di farsi pubblicita' al TT sdoganandolo con l'invio dei propri piloti ufficiali (prima Edwards poi Rossi adesso Lorenzo) io continuo ingenuamente a chiedermi il perche' dell'"embargo" mediatico per questa corsa.
I motivi ufficiali sono noti e stranoti, certo; come la pericolosita' della gara, il numero di morti etc etc, pero' ragionandoci rimane aria fritta. E ora passo in rassegna le cause ufficiali dell'oscuramento al TT smontandole una per una.
GARA PERICOLOSA
Che correre su una strada sia piu' pericoloso che correre in pista non ci piove. Cio' e' dovuto ad alcuni ostacoli non rimovibili come marciapiedi, case, fossati, lampioni etc etc. Ma e' vero anche che correre in moto e' piu' pericoloso che farlo in auto e decisamente piu' rischioso che giocare a golf.
E' per questo motivo che TUTTI i tracciati stradali sono stati banditi dal Motomondiale. Quarant'anni fa il TT non era certo un caso isolato, anzi, si correva tra provvisorie balle di paglia un po' ovunque e i circuiti permanenti erano a volte ugualmente pericolosi e pure piu' veloci. Si correva a Modena come al Nordschleife. E si moriva.
Pero' non mi pare che i giornali abbiano mai preso le distanze dalla F1 quando per quasi 30 anni il morto (e piu' di uno) ci scappava a ogni edizione del mondiale. 28 morti in F1 dal 1953 al 1982, quasi uno all'anno che salgono a 12 in 6 anni dal 1953 al 1959 o 9 dal 1960 al 1970.
E' stato forse cancellato Hockenheim dopo la morte di Clark? Monza dopo quella di Peterson?
E Indianapolis che si corre prossimamente negli USA gode forse del medesimo trattamento riservato al TT? Non mi pare. Eppure nel catino dell'Indiana si corre dal 1911, 4 anni dopo il primo TT e in una sola gara per anno (non le 5-6 dell'Isola di Man in cui vi e' una gara per categoria) il conto delle vittime supera la 50ina, il che diviso appunto per il numero di gare disputate rende Indy piu' mortale del TT. Pero' non esiste giornale motoristico che non ne parli e la gara la trasmettono da anni in diretta. Perche'?
E che dire della Parigi-Dakar che cambia nome e percorso tutti gli anni e tutti gli anni piange le sue vittime? Proprio la maratona africana e' seconda solo al TT per numero di vittime, ma con 70 anni di edizioni in meno. Pero' i giornali ne han sempre parlato, perche'?
In definitiva sara' pure bello e macabro citare i 227 morti del TT, ma se consideriamo che questo riguarda una corsa moltiplicata per varie categorie in 103 anni di storia, beh non e' che siano molti di piu' di tante altre gare anch'esse molto pericolose. Conto infatti circa 570 gare con una media di un decesso ogni 2,5 gare, Indianapolis e' sotto le 2...
Non sono cretino, lo so che il TT e' IPER-rischioso, ma non vedo per altre gare mangia uomini lo stesso trattamento mediatico.
Se si parla di quattroruote poi non puo' passare inosservata la grande tolleranza riservata ai Rallies che sono a tutti gli effetti gare su strada e dove ancora possono capitare le disgrazie, tanto tra i piloti quanto fra gli spettatori.
Ma se allarghiamo il discorso ad altri sport la cosa diventa addirittura ridicola!
C'e' forse qualche statistica che indica il numero di fratture e carriere spezzate nella Coppa del Mondo di sci nella "Discesa Libera" o nel "Super Gigante"??
E non e' forse morto qualcuno alle Olimpiadi Invernali la scorsa edizione scendendo con lo slittino?
LA FACCIA COME IL CULO
Eppure proprio il principale fautore del "BAN" al TT e' proprio colui che tutti gli anni va sull'Isola a prendersi gli applausi: Agostini.
Ora come sia possibile dichiararsi onorato di fare incetta di applausi e al tempo stesso dire che la gara e' un massacro non lo so. Forse e' la scelta dei tempi giusti, perche' Ago del TT parla malissimo tranne che pochi mesi prima del "Lap of Honour" quando invece cita gli episodi memorabili e quanto fosse bella la gara.
I giornali non sono da meno. Tant'e' che proprio l'anno scorso quando a fare il giretto ci ando' Rossi, la Gazzetta dedico' all'evento quattro pagine. Peccato che della gara o dei VERI partecipanti non abbia parlato nessuno tranne appunto lo stesso Rossi.
Dei quotidiani non sportivi manco a parlarne ovviamente: il TT per loro semplicemente non esiste. Eppure son quelle testate che sui morti fanno il 90% dei loro articoli senza risparmiarsi dettagli raccapriccianti cosi' come la sera vanno in onda talk show con tanto di plastico per illustrare meglio come ha agito l'assassino. Bell'esempio davvero.
Ma la vera vergogna sono le riviste specializzate che dietro la loro "scelta etica" di non parlare di una gara assassina celano una disinformazione al limite della diffamazione.
Non posso non ricordare come in un minuscolo trafiletto di inizio anni '90 nelle pagine dedicate alle notizie brevi, un certo Carl Fogarty venne definito "un modesto pilota capace al massimo di vincere gare folli come il TT". In seguito pero' rischio' il risultato clamoroso a Donington con la Cagiva e vinse 4 titoli Superbike, ma scommetto che l'autore del suddetto trafiletto ancora guadagna piu' del sottoscritto a scrivere cazzate. Perlomeno io non costo nulla...
OCCASIONI PERSE
Succede cosi' che a un imberbe Poggiali i tifosi a un incontro chiedano cosa ne pensi del Tourist Trophy e questi risponda "Ma non e' quella gara di piloti vecchi?". E' anche un gioco per Playstation2 volendo.
Ironia della sorte a dirlo fu uno che poi si e' ritirato a meno di 30 anni perche' vecchio dentro. Ennesima occasione persa per parlare di una gara in termini meno tragici e superficiali.
Nessuno punta la pistola alla tempia dei vari Hutchinson, Ainstey, McGuinness, Plater o Rutter. E nessuno la puntava a Dunlop, Hislop o Jeffries. Non e' la follia che spinge questi piloti a misurarsi su un tracciato cosi' difficile, ma e' la stessa passione e la stessa ambizione che hanno i piloti di altre categorie.
Solo che per scelta o per necessita' questi corrono su strada e non perche' dementi come qualcuno vuol far credere.
Per cui un grosso in bocca al lupo a quelli che oggi han cominciato a sfidare l'impossibile.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
ti leggo sempre con piacere(tranne quando difendi quel porco di shumacher :).Io fino a un paio di anni fa' manco sapevo cosa fosse sto' TT(per via dell'oscuramento di cui parli nel post)e consideravo i piloti di motogp i migliori in assoluto(guarda un po' come stavo rovinato!) ma dopo aver visto filmati vari me ne sono innamorato.Come lo stesso rossi ha ribadito ci vogliono i controcoglioni per affrontare una gara del genere(le femminelle della motogp mai potrebbero!!) La cosa incredibile e' che molti di questi piloti lo fanno per pura passione!! Non guadagnano cifre straordinarie come le primedonne della motogp e molti di loro fanno ben altri lavori quando non corrono(Guy Martin e' un meccanico per esempio). Non sono pazzi per niente, solo amano quel tipo di sfida e molti di loro penso si annoierebbero a fare 15, 20 giri su un circuito normale.Spero quest'anno vinca il mio idolo! Go big Guyyyyyyyyyyyyyy!!!
RispondiEliminaOggi il porco e' davanti alle Rosse eh! :)
RispondiEliminaIl mio tifo invece e' per il tizio della foto (mitico Bruce) che NON e' casuale. Oltretutto ha come compagno Cameron Donald che promette molto bene.
mah, non sono d'accordo, mi pare che il paragone con Indy o compagnia bella sia molto campato in aria: oggi in TUTTE le categorie che hanno un certo rilievo nei media le probabilità di decesso sono minime, nel TT il morto ci scappa quasi sempre; voglio vedere chi si mette a fare la diretta a livello nazionale-europea di un evento dove si sa che da un momento all'altro per un minimo errore un pilota venga maciullato da un palo della luce.
RispondiEliminaLa stessa dakar ha un impatto mediatico infinitamente più limitato e "differito" rispetto altri eventi.
Trovo estremamente patetiche 'ste comparsate dei "campioni": o ci corri o non ci corri (tra l'altro trovo patetiche allo stesso modo le rivisitazioni storiche di gare come mille miglia o targa florio).
Le case motoristiche non sono fesse: sanno che pur boicottato mediaticamente, il TT ha uno zoccolo durissimo di appassionati che generalmente sono compratori -di moto- (non di magliette, non di cappellini, non di 50ini come succede in altre categorie...) quindi si fanno vedere.
Personalmente penso che per il TT stesso è meglio quest'atmosfera "clandestina", il giorno in cui divenisse mediaticamente "importante" sarebbe l'inizio della sua fine.
Il paragone con Indy non e' affatto campato per aria perche' il rapporto fra gare disputate e morti e' peggiore che quello del TT.
RispondiEliminaNon si corre per strada, ma il catino dell'Indiana e' circondato da un MURO e le vetture han fatto medie DOPPIE del TT.
Va anche fatta un'altra considerazione: il livello dei piloti. Al Tourist Trophy si puo' iscrivere chiunque e questo e' male. Qualche anno fa e' morto un dilettante di 58 anni che non credo possa essere preparato quanto un McGuinness.
Se si restringe il campo ai piloti il tasso di mortalita' scende parecchio e diventa allora ancor piu' pericolosa la Indy 500 dove a morire son sempre stati fior di professionisti.
Tolti i dilettanti allo sbaraglio il TT sarebbe meno letale anche se cio' non lo rende comunque sicuro.
Aggiungo che ai tempi di Agostini il tasso di mortalita' nelle gare motociclistiche era comunque elevatissimo. Il TT non era una eccezione ma semmai la conferma della regola.
RispondiElimina@phoenix
RispondiEliminaLe femminelle della moto GP si presentano sulla linea di partenza con ossa fratturate di fresco, con commozioni celebrali, martoriati dopo spaventose cadute in prova ecc ecc.
Se non vanno al TT è perché non sono stupidi, e come loro anche quelli della WSBK; il coraggio è un altra cosa.
Il TT è affascinante ma terribilmente pericoloso e sono stati i piloti del motomondiale a volerlo eliminare dal calendario perché erano stanchi di dover fare la conta dei morti dopo ogni gara, o quasi; e se ben ricordo fra i piloti che lottarono perché venisse tolto vi fu anche Agostini, che li vi corse e vinse.
La cosa incredibile e' che molti di questi piloti lo fanno per pura passione!!
È incredibile che fino a una decina di anni fa vi erano piloti che correvano per pura passione e a loro spese anche nel motomondiale come Nicholas Schmassman che corse in 500 sino al '96 (con scarsi risultati) con moto di sua proprietà, e di cui era anche l'unico meccanico, o chi, come Giuseppe e Roberto Pattoni, crearono e fecero correre a loro spese una moto in 500.
Purtroppo i troppi soldi rovinarono prima la 500 gp e poi le classi minori; e la stessa cosa sta succedendo (o è già successa) in WSBK.
Se vuoi goderti il TT e i suoi eroi spera che i media se ne disinteressino ancora a lungo, anche se, con l'arrivo della Bmw in forma ufficiale, la cosa non è così scontata.
@ Boa74
Perdona la mia intromissione in casa tua ;)
boh, non capisco come tu possa paragonare le 2 corse: parliamo al presente, mettere in mezzo situazioni di 30-40 anni fa è inutile e fuorviante.
RispondiEliminal'indy 500 oggi è infinitamente più sicura della TT, ma anche la 24H del nurb, le mans o chissà quante altre gare "storiche".
Il tt invece è rimasto praticamente uguale a 50 anni fa a parte le protezioni standard della tuta.
se vuoi ti trovo i link con la lista dei decessi: facciamo il confronto degli ultimi 20 anni è la differenza fa venire i brividi.
Nessun problema Motogio, puoi "intrometterti" tutte le volte che vuoi :)
RispondiEliminaPasquale, parlare al presente e' corretto, ma fuorviante. Il TT e' "oscurato" da parecchi decenni, quindi anche negli stessi anni in cui si moriva in F1, si moriva in Indy, si moriva nei rally etc etc.
Pero' a Indy c'e' un numero limitato di vetture, piloti di professione, 4 ruote, rookie test e altro ancora quindi la conta dei morti a mio parere e' ancora altissima. Al TT ci vanno anche tanti dilettanti allo sbaraglio che sono quelli che piu' contribuiscono alla lista nera, per non parlare della "Mad Sunday".
Ma non dobbiamo contare solo i morti per stabilire quale delle duie sia piu' pericolosa. E' piu' pericoloso il TT pero' statisticamente la Indy 500 non e' da meno, anzi il conto pro-gara le e' a sfavore.
Il post e' sull'embargo al TT che non dovrebbe esserci.
Forse Pasquale a quei tempi (80-90) non seguivi la Dakar o non ricordi, io invece mi ricordo bene la striscia quotidiana su Italia 1, i servizi nei TG mediaset, le 4 pagine sulla Gazzetta TUTTI I GIORNI, per non parlare dello spazio enorme dedicato da Autosprint e Motosprint.
Eppure in quegli anni c'erano piu' morti a ogni edizione.
In 29 anni ci son stati 29 concorrenti morti e altri 25 fra spettatori e organizzazione.
Nessuno di quei 54 ha impedito la copertura mediatica dell'evento mentre su certe riviste trovi la scritta "questa settimana si corre il Tourist Trophy ma la nostra redazione per protesta contro la pericolosita' della corsa non dara' alcuna notizia".
Possibile che solo io in Italia ci veda qualcosa di distorto??
No, non sei l'unico...il TT viene palesemente boicottato a livello mediatico! E solo perchè muore una persona all'anno? Certo, è molto grave che in una corsa organizzata ci siano costantemente dei morti, ma anche nel mondiale, fino alla morte di Kato dove si sono presi seri provvedimenti, si moriva! Però nel TT non esistono i comitati piloti... :)
RispondiEliminaAd ogni modo, io sono fortemente a favore della corsa del TT. L'unica cosa che farei è quelle di non consentire a tutti di partecipare, ma adotterei delle restrizione che presuppongono una preparazione agonistica e qualificata come pilota.
E poi, tutti parlano delle morti nel TT, ma nessuno pensa che in un anno, in tutto il mondo, muoiono 150 persone per la caduta dei cocchi dalle palme! (e non è assolutamente una stronzata!!! E' una cosa vera e documentata!)
mi sfugge qualche cosa...
RispondiEliminail TT è stato bandito?
nn si corre quest'anno?
mi sembra di si... quindi di cosa ci si lamenta?
Che guido meda nn lo commenta? che nn fanno un fuorigiri apposta?
Per carita' Marco, nulla di cosi' terribile!
RispondiEliminaIl fatto e' che di una gara ignorata per ragioni di sicurezza si parla diffusamente se un qualche VIP fa il giro d'onore, il che se non e' ipocrisia e' comunque imbarazzante.
Si vuole insomma parlare di un evento senza nominarlo, di dire che il pilota e' onorato di partecipare a una cosa ma senza dire esattamente cos'e'.
Ciao Boa 74, intanto complimenti, ti leggo sempre con piacere anche se non ho mai scritto.
RispondiEliminaSe i media snobbano il TT, non può essere che positivo per il TT, non ne sopravviverebbe lo spirito altrimenti.
Purtroppo la stessa sorte non è toccata alla Parigi Dakar (che hai citato), corsa magnifica che prima di diventare vetrina di case automobilistiche (per veder dei SUV), era una corsa fatta da veri appassionati che correvano con mezzi spesso preparati in garage... c'è chi l'ha fatta anche con la panda 4x4, con la R4... o con delle Diana bimotore ex legione.
Oggi quella corsa è quasi inarrivabile per chi non ha enormi mezzi...
Per fortuna esistono ancora competizioni a cui dei semplici appassionati possono partecipare, senza necessariamente disporre di cariole di denaro, il TT è solo uno degli esempi, se ricevesse le "attenzioni" mediatiche ne cesserebbe lo spirito.
Questo di seguito è ciò che ha sostituito la Parigi Dakar, una competizione priva di visibilità ma meravigliosa, (a cui avrò l'onore di partecipare), e sarà tale fino a chè rimarrarà tra appassionati: http://www.youtube.com/watch?v=aEBMRtuLmB4&playnext_from=TL&videos=ieQuIjIkt5s
Complimenti
Complimenti a te che partecipi a questo raid! Con che mezzo l'affronti?
RispondiEliminaIo da ragazzino, a meta' anni '80 sognavo di farla la Dakar, poi da avventura si e' trasformata in un super rally che necessitava di assistenze faraoniche.
Comunque e' vero, il TT nella sua semi-clandestinita' e' rimasto "puro" e alla portata di molti piloti senza mezzi ufficiali, anche se credo che un trafiletto sul giornale per dire chi ha vinto sia meglio di un trafiletto per fare la conta dei morti.
Calma calma, paerteciperò SE passo le selezioni, e comunque non in questa edizione 2010 ma nel 2011... quest'anno non si è potuto causa allargamento di famiglia.
RispondiEliminaIo intendo partecipare col mio protosuzuki (jimny bibloccato, verricellato, con le 31" un pò doppato... è ancora in evoluzione) e come navigatore un amico maccanico.
Mi par di capire che oltre che essere un enciplopedia vivente del mondo dei motori e a mio parere un ottimo critico (ti leggo con piacere paraticamente da quando hai aperto il blog), hai anche velleità fuoristradistiche... Ti interesserà sapere che il Dresden oltre che aver mantenuto il suo spirito di competizione tra appassionati senza coinvolgimento di interessi economici (la rovina dello sport a partire dalla Parigi Dakar) ha costi abbordabili per comuni mortali.
Nel caso tu abbia ancora desiderio di partecipare ad un adventure rally, sappi che per partecipare in auto l'iscrizione di pilota + navigatore è di circa 1800€ in cui è incluso iscrizione, tutta la logistica dei vari campi (dura oltre una settimana) con vitto e servizi, ed è compreso l'eventuale recupero se rompi il mezzo nel percorso, l'elimedica se ci si fà male, assicurazione e quant'altro necessario... in pratica manca il viaggio fino a Dresda e la benzina.
Con moto e quad i costi calano sensibilmente... credo di non dire eresie affrmando che per partecipare anche solo alla "Santerno cap" si vada in contro alle spese di dieci Dresden...
Non esiste preparazione specifica ma preparazione globale in quanto il percorso parte da dalla Germania e finisce in Polonia, trial, velocità su terra, guadi, fango e anche sabbia nelle ultime tappe in Polonia.
Parlando c on amici che vi anno partecipato, il clima è di amicizzia e di ballotta, se non hai il ricambio per via di qualche rottura, facilmente troverai altri team disponibili ad aiutarti, a prestarti atrezzature... il tutto in un clima da october fest.
per quanto riguarda il TT, si certamente non vi è ragione per l'oscuramento o "embargo mediatico" ma rimango certo che un interessamento da parte dei media porterebbe alla rovina di quello che rappresenta quella competizione rovinandola inesorabilmete... almeno così com'è permette di far sognare anche il ragazzino o il motocilista di mezza età che possono permettersi di partire alla volta dell'isola di Man pa perfetti sig. nessuno con una moto, una tuta e un casco.
Ti ringrazio dei complimenti, fin troppo generosi :)
RispondiEliminaLe velleita' fuoristradistiche appartengono alla mia gioventu' quando con un modesto enduro mi divertivo sui sabbioni del Po o facevo incursioni nel pistino di motocross dietro casa (del quale parlai quando veniva Capirossi ad allenarsi).
Poi son passato alla strada/pista ma il fango mi e' rimasto nel cuore, se non altro perche' da la soddisfazione di essere riusciti a passare dove sembrava impossibile.
Proporro' comunque il raid ad altri miei amici con fuoristrada preparati nonche' a qualche "quadista" di mia conoscenza e che gia' fanno gare piu' brevi, magari candidandomi a navigatore co-finanziatore, i costi sono davvero irrisori rispetto a qualsiasi gara o monomarca in pista.
Anche il TT e' un esperienza che vorrei almeno parzialmente fare.
Quando leggo che i "rookies" fanno il giro dietro a gente come Quayle una profonda invidia mi strugge :))