sabato 2 ottobre 2010
MERLO 10 E LODE
E chiudiamo la nostra avventura nella blogosfera dedicando l'ultimo post all'ultimo dei piloti fai da te che qualche post fa vi abbiamo fatto conoscere: "il Merlo", al secolo Fabrizio Merlin.
Per chi non avesse letto il post "Local (anti) hero" poco piu' sotto, vi consiglio di leggerlo cosi' tutto avra' un senso... ammesso che cio' che fa il Merlo abbia un senso ovviamente.
UN WEEKEND BRENSO
Stavolta la macchina organizzativa del Team Merlin ha fatto tesoro dell'esperienza del Trofeo Ghiselli di alcune settimane prima e si ripropone in questo Trofeo Vivaldi. Il Merlo e' infatti... solo come un cane, senza meccanico impegnato altrove e senza frigo (si e' rotto: aveva 2.000 anni).
Per fortuna si conta sull'amicizia, la solidarieta' e l'elemosina. Ringraziamo infatti Alessia Falzoni, pilotessa in gamba che poco tempo fa ha sfiorato la vittoria a Vallelunga cadendo nel giro conclusivo mentre era in testa. Peccato, son di quelle cose che possono dare un'iniezione di fiducia per andare avanti. Dicevamo che si ringrazia Alessia che col suo camper, un po' di pasta e qualche the caldo ha tenuto in piedi il Merlo che per tre giorni ha dormito su un letto giapponese (ovvero una coperta sul pavimento) all'interno del suo Ducato coibentato.
Io arrivo il venerdi' mattina dopo essermi bevuto diversi litri di nebbia. Fabrizio non vede l'ora di mostrarmi le ultime novita' tecniche.
Per questa gara infatti di nuovo c'e'... beh... ehm... insomma... un cazzo praticamente. C'e' una corona che accorcia la rapportatura finale per uscire meglio dalle curve, le nuove valvole degli pneumatici di colore azzurro (e quelli della Dunlop scopriranno quanto ci tiene a ogni cambio gomme...) e qualche modifica all'abbigliamento in caso di gara bagnata.
Mi mostra infatti orgoglioso la "tuta da pioggia" che altro non e' che una tuta vecchiotta con doppie saponette tenute insieme da viti parker e fasciate con diversi passaggi di nastro americano; quello grigio che ripara tutto, dalle carene agli shuttle.
La chicca e' pero' il trattamento impermeabilizzante
- "Senti come scivola!"
- "Non e' scivolosa, e' unta che cazzo ci hai messo?"
- "La pancetta!"
- "Come la pancetta!! Ma non lo sai che ci sono dei prodotti apposta? E poi al limite mettevi un sopratuta in nylon."
- "Eh quella e' roba per fighette. Non si usano al Tourist Trophy. Per quei prodotti, beh mi informero'. Magari se trovo chiuso il macellaio."
Speriamo invece non esca il sole senno' tutti i cani di Scarperia lo inseguiranno.
Arriva Alessia, decisamente piu' professionale e' accompagnata da Davide, il suo meccanico, ex Mondiale SBK e MotoGp. E' paradossale parlare con lui dei metodi di lavoro dei professionisti e poi voltarsi e vedere il Merlo che pulisce la moto con lo straccio. La Falzoni, che indossa un casco verniciato da Fabrizio mi chiede il perche' abbia scritto un articolo su di lui. Non l'ha mai visto all'opera in un weekend di gare, poi capira' il perche'.
QUELLA VOLTA A SUZUKA...
Il sabato arriva invece un altro amico del Merlo, Martino con la sua compagna. Il suo ruolo e' piu' o meno il mio: evitare che il pilota si lasci andare al troppo risparmio e non ecceda nell'eroismo. Fabrizio ottiene il suo miglior tempo con la velocita' piu' bassa dell'intera classe. Incuriosito chiedo se i rapporti non siano troppo corti.
- "No no, van bene. E' che credevo di essere in sesta e invece ho fatto mezzo rettilineo in quinta a limitatore!" E ha fatto 2.03...
Purtroppo la giornata dedicata alle qualifiche soffre un clima incerto e temporali a intermittenza.
In un angolo del gazebo (in prestito) ci sono due gomme "rain" che pero' sono le uniche che ha e van bene solo con asfalto veramente bagnato. Per tutto il resto ci son quelle da asciutto. Cosi' si rinuncia alla seconda sessione e si prende una pausa come la maggior parte del paddock.
Molti sono i curiosi che si avvicinano al CBR dall'aspetto professionale, cosi' il Merlo inventa di sana pianta aneddoti per stupire gli astanti esordendo cosi':
- "Mi ricordo quella volta che correvo a Suzuka per il Trofeo Ghiselli..." o altre improbabili partecipazioni al TT.
Martino, in qualita' di (persona) responsabile dei carburanti lotta a lungo per togliere benzina. Fabrizio dopo 8.000.000 di calcoli va sempre a finire che riempie il serbatoio fino all'orlo. Lo fa pure nelle prove libere col solito rituale:
- "Ma l'ho messa la benzina? Dai ne aggiungo un altro po'. Sara' abbastanza? Ne metto ancora. Ah poi c'e' il giro di lancio e quello di rientro, meglio metterne ancora. E se poi in riserva non pesca bene?"
Alla fine il risultato e' sempre il serbatoio straripante. Martino vuole togliere almeno 5 litri, il pilota al massimo un paio, si arriva a 3.5 litri di compromesso... compresi quelli che ingurgita il Merlo nel travaso.
Comunque nonostante i pochi giri riesce a capire cosa va fatto nella moto che scivola un po' dietro. A parte che con la gomma finita e' un miracolo se sta in piedi, il Merlo decide di rivoluzionare l'assetto in nottata... al telefono con l'amico tecnico Stefano che noi immaginiamo dia le misure tirando i dadi pur di andare a letto a un'ora ragionevole.
IL SEGRETO E' NEI DETTAGLI
La domenica mattina, considerando l'assenza del warm-up, tutto dovrebbe essere ok.
Infatti ci sono le gomme da buttare, la batteria scarica e le pastiglie freno da sostituire. Il Merlo dice che "allungano un pochino" che tradotto significa che non frenano affatto.
Tira fuori cosi' un anonimo scatolotto di cartone dalla dubbia provenienza. Di certo non viene dal Giappone e dalla HRC. Dentro ci sono un po' di pastiglie usate, roba che si farebbe fatica a mettere sulla moto per andare a spasso, figurarsi per fare addirittura una gara.
- "Mmmm... queste non sono malvage, queste son un po' cristallizzate. Queste invece son peggio di quelle che ho su..." E cosi' via.
Decide cosi' di montare due coppie provenienti da due diverse partite e quindi da due moto diverse. Ma freneranno?
- "Se frenano meglio lo scopriamo subito"
- "E se non frenano?"
- "Anche!"
Chiedo se posso dargli una mano sapendo gia' la risposta:
- "No no no no no no!" mi ordina gentilmente. Tanto lo sapevo. Mica voglio fare la fine di quel signore che ad Adria si era sentito in diritto di provare a smontare la carena per il solo fatto di aver prestato una banale chiave a brugola.
- "Tenga la sua chiave" lo aveva liquidato in dialetto, "che sulla mia moto ci metto le mani solo io".
Intanto da Ferrara arrivano altri amici tra cui Alessandro autore dei due filmati di questi post e Davide del Pustazz che si commuove ogni volta che vede un CBR come quello che aveva prima di un brutto incidente.
Sistemate le pastiglie c'e' da fare la cosa che dara' la svolta alla gara. Il Merlo mi da la paternita' dell'idea ma in realta' e' Martino che, scrutando il cielo, suggerisce di smontare la gomma rain dal cerchio di scorta e buttare su una gomma nuova di zecca.
- "Ma no dai, va bene quella. Ha solo 6 giri".
Gia'. Allora tocca a me l'arringa che lo convincera'. Gli spiego che se le gomme durano 10 giri (cioe' la lunghezza della gara) prima di scadere di rendimento, con quella e' come se corresse con una gomma gia' finita.
- "Tanto parti sempre di merda, poi ti fai 3-4 giri nel mucchio e ora che ti liberi la gomma non ne puo' piu'. Pensa invece avere una bella gomma nuova nuova e tirare come un dannato dall'inizio alla fine senza preoccuparti della tenuta. Ma vuoi mettere?"
Si palpa la tasca dietro i pantaloni.
- "Dai non fare il tirchio!" fa Martino
- "Non e' per essere tirchi, e' essere in bolletta" replico io
- "Ma si' va la', mi e' rimasto qualcosa. Andiamo da Joey Dunlop" come dice ogni volta che andiamo dai gommisti ai quali interrompiamo la pausa pranzo.
Incredibile ma dopo 3 giorni ci riduciamo a mettere su una gomma poco prima che sia ora di prepararsi alla corsa. E abbiamo anche culo che ne sia rimasta una.
LA PIAZZOLA DELLA PACE
In tutta fretta montiamo il gommone nuovo con Fabrizio che ricorda che il padre in decenni di corse non ne ha mai sfoggiata una nuova. Per stavolta mettiamo da parte l'eroismo e proviamo a combinare qualcosa di meglio della volta passata.
Qualcuno sosteneva infatti che le gomme da Moto2 erano state usate a mo' di alibi dal Merlo e quindi adesso non ci sono scuse: bisogna martellare sul 2.02, ma l'obiettivo e' il 2.01.
Ma c'e' anche bisogno di qualcuno col pass che lo accompagni in pista. Io porgo il mio pass pensando ci sia qualcuno piu' qualificato di me nell'incastrare le termocoperte nella catena.
- "No no, tienilo te. Entrate tu e Martino"
Con un entusiasmo non proprio spontaneo rispondiamo quasi in coro
- "Ma chiiii? Noi?!?!"
Dai dai dobbiamo entrare. Un nervosissimo Merlo cerca disperatamente qualcosa da bere in griglia e troviamo un bottiglietta d'acqua usata, poi vuole qualcosa di dolce e allora "rumiamo" in uno scatolone trovando l'ultimo succhino di frutta prezioso come l'oro.
Una volta raggiunta l'agognata piazzola si fa piu' tranquillo e non ha piu' sete. Il colpo d'occhio e' notevole:
- moto Honda arancio
- tuta Suzuki color senape
- ombrello blu della Yamaha R6 Cup
Non c'e' che dire siamo proprio coordinatissimi!
La sua unica preoccupazione e' sapere dove metto la bottiglietta
- "La incastro qua nella moto cosi' se ti viene sete..."
Martino invece chiede
- "Ti piaccio come ombrellina?"
- "Beh ne ho viste di meglio, comunque un'ombrellina cosi' non ce l'ha nessuno. A proposito hai visto chi c'e' qua di fianco? C'e' quello col Suzuki dell'altra volta. Pero' stavolta lo frego perche'ragazzi: l'importante e' partire bene!"
E dal filmato potete vedere come e' partito. Si poteva far peggio solo spegnendo la moto.
L'INCENTIVO DELLA BAGARRE
Ma il Merlo nella lotta ravvicinata si esalta e tira fuori il meglio di se. Dopo aver fatto fuori un paio di avversari comincia a spingere girando in 2.02. Mai stato cosi' veloce al Mugello e ariva persino l'agognato 2.01.
Sappiamo che non guarda mai il cronometro e cosi' ci sbracciamo disegnando improbabili ombre cinesi dal muretto box mentre dalla terrazza ci dicono cosa accade nel resto del circuito.
Il Merlo ovviamente non ci caga: si sta giocando il 9° posto col solito Lorenzoni e il suo Suzuki. Ma tra i due litiganti gode il terzo in sella a una R1.
Gli corro incontro al parco chiuso
- "Decimo!!"
- "Decimo cosa sarebbe? Penultimo? Terzultimo?" dice ridendo e questo la dice lunga su quanto gliene freghi del piazzamento.
Bello poi che il rivale si vada a complimentare subito col Merlo appena sceso dal GSXR. Se l'erano promessa sin dal briefing la rivincita. Ma la soddisfazione e' comunque tanta: per la compagnia, per la gara mai solitaria e perche' no, anche perche' stavolta gli diamo una mano a caricare il furgone. Non fosse altro per vederlo esibirsi nel salto al volo sulla rampa. Numero degno di Holer Togni che per fortuna finisce anche stavolta senza il botto in fondo al Ducato.
E ora tutti a casa non prima di una sosta a mangiare un panino con lardo e pecorino, cosa che mi mette in guai seri con la moglie alla quale diro' piuttosto scocciato:
- "Cosa credi che mi sia divertito?"
Si' e anche un bel po'.
Fabrizio Merlin desidera dedicare il bel week end di gara al padre scomparso: l'indimenticabile Severino.
Siamo certi si sarebbe divertito da matti anche lui oltre ad essere orgoglioso di un figlio cosi'.
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