Come in ogni Natale che si rispetti, anche quest'anno arriva il MotorShow di Bologna un paio di settimane prima. E la cosa che salta subito all'occhio è la solita: le modelle accanto alle moto e le auto. L'accostamento fra donne motori, uniche vere passioni del maschio medio mi è sempre sembrato un po' forzato. Mi spiego meglio: ok, sono due "cose" che appassionano gli uomini, MA non sempre uno (il motore) tira l'altra (la faiga). E' che noi, sempliciotti e coglioni come siamo, ci convinciamo che se ci presentano due cose assieme, allora averne una porta di conseguenza l'altra come se fossero due entità inseparabili.
Cari ragazzi, non è vero nella maggioranza dei casi. Si può avere un qualche minimo effetto positivo solo quando il differenziale fra mezzo meccanico e femmine è molto elevato, ovvero avete sotto il culo una macchina che vale tantissimo e la figliuola non vale un fico secco e guarda solo al vostro portafogli. Purtroppo il "differenziale" lavora solo in un senso, quindi scordatevi di rimorchiare una fotomodella con una Ritmo dell'81.
Ma nell'universo degli appassionati di moto, la leggenda del centauro figo come nessuno resiste al passare del tempo. Sarò controcorrente ma, secondo me e per la mia esperienza personale, la moto è meglio tenerla per se, nasconderla, non nominarla in vano e se vi sorprendono a cavallo di essa, dite che è di un vostro conoscente che magari vi sta pure sul cazzo. Esagero? Sicuramente! Sennò non scriverei qui e farei trattati di psicologia.
C'è stato è vero un periodo d'oro della mia e Vostra gioventù in cui avere una moto, qualsiasi moto, era un salto nell'iperspazio a livello di sex appeal: la 125 a 16 anni. Lì potevi essere figo quanto ti pareva ma se eri rimasto in bici, a piedi, in autobus o ancor peggio sul Califfone del nonno eri out. Mentre potevi permetterti i capelli fuori taglio, il giubbotto che teneva il freddo (dentro...), e i denti storti se anche solo avevi la possibilità di caricare qualcuna su una 125 almeno decente... o anche indecente come nel mio caso. Ma era comunque una bella rivincita sui vespisti.
Eh sì perchè persino la mia vetusta (già allora figuratevi...) Cagiva SXT era in grado di trascinare qualche sventurata donzella a provare l'ebrezza dei 110 km/h. Anche se bisogna dire che il brivido era assicurato dalla totale assenza dei freni. Ovvio non è che te le facevi tutte però qualche scalata improvvisa e del tutto immotivata solo per il gusto di sentirsi le tette appoggiate alla schiena valeva da sola il giretto. Del resto era l'unico modo di avere un contatto fisico sulla mia enduro visto che la sella ampia e il maniglione dietro permettevano alle ragazze di sentirsi salde senza nemmeno sfiorarmi. Più fortunati erano i possessori di moto da strada che già in posizione statica avevano le ragazze spalmate sulla schiena.
Ma passati quei 2 anni che separavano dall'agognata auto tutto spariva per incanto e le ragazze che prima ti imploravano di portarle a spasso ora preferivano sedersi comode ad ascoltare lo stereo. E allora ecco che il motociclista passava all'improvviso da unico mezzo umano di trasporto di coppia a temerario cavaliere simbolo della solitudine. Vabbè se poi aggiungete che nel mio caso la 4 ruote era un 127 verde del 1973 potete immaginare il mio travaglio.
E' stato col passaggio alle grosse 4 tempi però che mi sono convinto che essere motociclista è fascinoso fino a un certo punto. C'è chi le apprezza (poche), chi le detesta (tante) e chi proprio se ne frega se hai un CBRGSXRYZFVFRZXR: cioè quasi tutte. E quindi perchè ostentare? La vedo pure nei paddock la tristezza negli occhi delle compagne dei piloti amatoriali, costrette per amore dell'uomo a sorbirsi la due ruote. Senza contare tutti quelli che in pista ci vanno in compagnia maschile e le mogli e fidanzate le lasciano a casa. E sapete qual'è la frase più gettonata? "Almeno qui mi libero dalla moglie e faccio quello che mi pare".
Eh sì alla fine la moto diventa ALTERNATIVA alla donna dopo anni passati a inseguire le donne stesse a cavallo della moto. Non è paradossale?
In vita mia la moto ha incrociato le donne per davvero solo in due relazioni: la prima di esse vedeva la moto come amante sgradita al punto che persino se la usavo per raggiungere la fidanzata in culo all'Appennino venivo accusato di essere andato a trovare la mia metà solo come pretesto per farmi un giro. Ed era vero.
Persino di me parlava solamente come motociclista, quasi fosse una professione. Un barista non credeva fossi io il suo fidanzato perchè mi immaginava col gilet di pelle e ricoperto di tatuaggi. Naturalmente finì male quando scoprì che ... ero appassionato anche di auto. Infatti un giorno mi chiese:
- Chi sceglieresti tra me e la macchina?
- La macchina -risposi sicuro- perchè non mi farà mai una domanda così idiota.
La seconda tragedia moto/donna fu invece di segno opposto: una maniaca che non scendeva mai di sella. Pioggia vento, freddo, caldo, notte fonda: non c'era niente da fare, la vedevo solo se ero in moto. Finì dopo un mese e mezzo di passione, 8.000 km e due gomme posteriori. Fermata l'assicurazione alla moto, il mio Golfone a metano non suscitò altrettanto fascino e tornò dal fidanzato. Ah scusate, io ero l'amante.
Da lì in poi di moto non parlai più. Il dondolare tra le curve, accarezzare l'asfalto col ginocchio, farsi venire i capelli bianchi incrociando un pullman in montagna, dovevano essere emozioni solo mie. Con le donne avrei usato altri strumenti. Non sempre con esito positivo. Ricordo una festa dove intortai alla grande una bella bionda affascinandola disquisendo di letteratura, peccato che ogni 2 minuti arrivasse un amico a interrompere chiedendomi del nuovo GSXR o se con l'Arrow era meglio cambiare i getti. La persi passando con nonchalanche da Flaubert a Schwantz tradendo la mia identità.
Per qualche anno sono rimasto senza moto a causa di trasferte lavorative che mi impedivano di usarla. Un giorno ero al volante di un tranquillo diesel a "velocità-nonno" (la mia compagna soffriva il mal d'auto), quando ci superò a velocità smodata un gruppo di motociclisti ingarellati tra loro, che entrarono in una serie di curve virando all'unisono come una pattuglia di aerei acrobatici. Sorrisi. Ma lei cominciò a imprecare su quanto gli facessero schifo le moto. Una goccia di sudore che scendeva dalla tempia tradì il mio imbarazzo:
- Non sarai un motociclista pure tu?
- Chi? Io? Figurati. Una volta magari...
Ma una copia di motosprint lasciata in bagno e aperta su una commovente lettera di un ex motociclista che per motivi personali aveva dovuto vendere la moto la intenerì. Del resto a casa dei miei era un trionfo di poster di moto e foto mie in sella, non è che potessi negare a lungo. E così mi disse "Guarda che se vuoi la puoi ricomprare mica te lo proibisco, son passioni." E difatti la sposai. E due mesi dopo mi ricomprai la moto. Il giorno dopo smontai pedane per il passeggero e sella biposto.
Insomma è finita che la persona che più mi lascia libero sfogo è la stessa che più detesta le moto. Ogni tanto la porto al Mugello "Bel posto -mi dice- peccato per tutto quel rumore"
Che ci volete fare?
Mica si può avere tutto.