In molti mi han chiesto che fine avesse fatto il Merlo quest'anno. Effettivamente la stagione non è andata esattamente come pensavamo. Al punto che la gara del debutto è... quella finale.
A dire la verità avevamo cominciato puntualmente con la prima gara della Premier Cup disputatasi al Mugello, ma la pioggia aveva fatto rinunciare alla corsa Fabrizio quando già aveva la tuta addosso. La vera tragedia però è cominciata qualche giorno dopo in un normale turno di libere. Durante le verifiche della gara poi abortita, a Merlin era stato chiesto di spostare il filo del gas che rischiava di incastrarsi nel cupolino. Dico solo che, se fosse rimasto com'era forse non sarebbe successo niente. Spostandolo... è capitato di tutto. Al punto che in novembre ci si è ritrovati ancora sotto l'acqua, ancora col gas che da problemi, ancora per terra.
E' successo infatti che nel girarlo il "grano" non ha ingranato e il Merlo dopo poche centinaia di metri, al momento di inserirsi in una esse si è ritrovato la moto a palla. Nel cadere è andata distrutta la carena, svariati accessori, leve, pedane, forcellone segnato e soprattutto una clavicola fratturata. Stagione finita? Quasi.
Alessia Falzoni, spinta dal suo meccanico Davide era desiderosa di fare un'endurance. La scelta è caduta sulla 200 Miglia del Mugello, ma l'unico ad accettare la proposta è stato proprio il Merlo che così dopo una stagione di pressoché inattività, rientra... con la spalla ancora dolorante... in una gara di durata... in novembre... sotto l'acqua. Conoscete un modo migliore di riprendere il ritmo?
Arrivo il venerdì mattina al Mugello e noto subito aria di sbaraccamento. Al cancello nessuno mi chiede un cazzo, come un coglione parcheggio nel solito posto ma noto che nessuno controlla il paddock deserto. Addirittura i cancelli di accesso alla pista sono aperti e incustoditi, commissari nelle postazioni non ne vedo ed entro in pista a piedi appoggiandomi al guard rail senza reti tra me e le moto che stanno girando. Entrerei anch'io ma ho paura che una station wagon rossa lunga 5 metri non passerebbe inosservata. Il Merlo al telefono mi dice che sta arrivando:
- Fra 10 minuti sono lì... sono a Roncobilaccio!
Alla faccia dei 10 minuti! Ma che sei in elicottero? Vabbè meno male che c'è già Cave in un box a seguire dei test Ducati. Andiamo al bar per un caffè e si sente in lontananza qualcuno parlare a voce alta in ferrarese: chi volete che sia? E... no. Non sono passati 10 minuti ma quasi un'ora dalla telefonata.
Il programma è di prendere mezza giornata dalla Rhem per sgranchirsi. Praticamente il Merlo non gira in moto dalla caduta. Fabrizio mi vuole con sé all'interno del camper dove si prendono i turni e subito capisco il perchè. Dentro c'è una signora che parla contemporaneamente inglese italiano e tedesco. Una neolingua da personaggio di "Guerre Stellari". Usciamo senza capire a che ora si può entrare, ovviamente. Il Merlo gira pianino con gomme usate ma la fiducia nelle giornate seguenti è poca. La spalla fa male dopo pochi giri e il pilota cerca di sopperire al dolore con strani gesti tipo "hula hoop". Stanco di vederglielo fare chiamo in causa la Falzoni:
- Alessia, glielo dici tu che quel movimento non gli serve a un cazzo? Mi sta ubriacando.
Si discute di tattica e di lunghezza degli stint ma, osservo, dubito si finirà a pieni giri. Meglio fare stint più corti anche perchè il Merlo sembra decisamente fuori forma. Se ne rende conto, lo passano in troppi e fra i tanti nota una Panigale.
- Cave, ma il tuo amico gira con una Panigale? E' bravino.
- Te lo credo: è Neukirchner.
- Ah ecco mi sembrava entrasse un po' troppo forte nelle curve. Al Correntaio era a gas spalancato quando già frenavo.
- Beh sai dovrebbe fare il Mondiale, non la Premier...
Dopo qualifiche così così, la gara si preannuncia in salita per via della pioggia. Alessia con l'acqua va come un pescetto e lavora tantissimo con Davide per trovare la giusta configurazione sul bagnato. Il Merlo invece non può cambiare nulla oltre alle gomme e bisogna pure insistere perchè rinunci a usare un paio di Metzeler che si porta dietro da 2 anni nel furgone.
Ma il Merlo è contento perchè per la prima volta nella sua vita ha un box. Passa così la notte sotto la doccia bollente nel tentativo, vano, di togliersi di dosso dolori e acciacchi come le 6.000 ernie cervicali che sembra si riproducano come conigli. Oltretutto di fianco a noi c'è pure un "Night Club" a giudicare dalle tipe. Ah no: è il team di Dario Marchetti. Che dire? Non sarà veloce come i suoi compagni d'avventura ma di certo sa come godersi la vita.
La sessione di prove libere comincia alla grande: Fabrizio inizia a girare e ben presto mi ritrovo col cronometro in mano spaesato come un adolescente che aspetta invano la ragazzina che gli ha dato buca. Al muretto l'amica di Alessia che prende i tempi (scusami ma coi nomi sono un disastro...) mi chiede se Merlin è già passato: "No. Credo sia già caduto a questo punto. Son passati 3 minuti..." E infatti...
La nuova carena non ha fatto in tempo a essere proclamata come la più bella della 200 Miglia che già l'ha battezzata.
Le molle son troppo dure, sia davanti che dietro. Sarebbero dure per l'asciutto, ma con la pioggia pare d'essere sul ghiaccio. I danni per fortuna sono riparabili. Il semimanubrio di destra è andato come la pompa dei freni, ma per il resto son solo graffi e qualche vite sarà rimpiazzata da fascette. Bicio avrebbe voglia di andare a casa. Solo l'impegno preso con gli altri lo fa resistere. Alessia insiste per fargli smontare il mono:
- A parte che qua ci vuole un'ora e mezza e poi? Poi mi tocca di rimontarlo così com'è: ho solo questo!!
Ma dove non arriva la velocità si supplisce con le finezze tattiche: sarà il Merlo a prendere il via e ha le idee chiare su come avvantaggiarsi:
- Quando danno il via mi metto a correre verso il traguardo! Vuoi vedere che in testa almeno per un po' ci rimango? Corro forte a piedi!
- E poi?
- Poi torno indietro e riprendo la moto.
Comunque non è che avese tutti i torti. Nella partenza stile Le Mans di una volta è uno dei primi a prendere posto in sella. Ma la pista fradicia lo costringe ad accelerare piano piano e transita 14°... per qualche giro. Il video, come si intuisce dai commenti non l'ha preso uno dei nostri.
Dopo una manciata mi ritrovo nella situazione della mattina: non passa. Avvisiamo Alessia di prepararsi ma forse non capisce cosa diciamo dal muretto e rimane a guardare il monitor.
Il Merlo rientra con una mano sola. Nell'altra stringe la manopola destra sfilatasi dal manubrio!
- Ho fatto il Correntaio con una mano sola! I commissari mi guardavano con gli occhi sgranati. Mi pareva di avere un joystick, quando si dice far le curve col gas in mano!!
Per fortuna invece la Falzoni vola mentre Davide fissa più saldamente possibile 'sto gas maledetto, purtroppo dopo pochi giri rientra anche lei, scende dalla moto ed entra nel box di corsa gridando: "Si sta asciugando, la pista si sta asciugando!"
E allora? Che facciamo? Buttiamo delle secchiate d'acqua sull'asfalto? Le gomme da asciutto nessuno ancora le monta, quindi la sosta imprevista diventa una bella perdita di tempo. A questo punto urge spiegare le modalità di questa endurance: è più una staffetta che una gara di durata tradizionale. Gli equipaggi sono da due o 3 piloti e si può usare più di una moto. I piloti devono stare da un minimo di 20 a un massimo di 50 minuti in pista. Un solo addetto (Davide nel nostro caso) può toccare le moto in pit lane. Dopo aver messo il cavalletto alla moto rientrante, si tirà giù quella partente.
In parole povere: Alessia scendendo dalla moto costringe Merlin a partire quando ancora doveva allacciarsi la tuta. Si infila i guanti prima del casco e non riesce a stringere il cinturino come vorrebbe. Riparte con pista più asciutta, ma siccome noi abbiamo del culo... ricomincia a piovere. Decidiamo così di indicargli il rientro a ridosso dei 20 minuti da regolamento. Inutile insistere, va troppo piano messo così.
Siccome i primi 2 intempestivi cambi ci han fatto perdere un sacco di tempo il Merlo si piazza al limite del box su una sedia con casco, tuta e guanti ben allacciati così:
Rimarrà fisso in questa posizione per ben 40 minuti!!
L'atmosfera da gara di fine stagione e i tempi alti danno la solita smania a Martino che propone di fare un'endurance pure noi. "In 2.41 ci giravo anch'io! C'era asciutto però..." Si discute la scelta della moto: a Cave va bene tutto tranne la Kawasaki per motivi religiosi. Martino: "Direi Ducati ma poi mi date del fissato". Io che sono antico come il brodo propongo la mitica RC30. L'idea non dispiace ma è troppo vecchia. Si conviene che la moto giusta è la RC45. Il più è trovarla. Per l'assetto non c'è problema: siamo tutti abbastanza vicini al quintale. Devo però ringraziare particolarmente Martino per avermi prestato un "poncho" per i momenti più umidi passati al muretto. Con la maschera di Scream avrei potuto fare "dolcetto o scherzetto" box per box.
Intanto i tempi di Alessia sono vicini se non migliori di tanta gente davanti, recupera qualche posizione e conquista un tutto sommato buon 12° posto assoluto che però è addirittura il 4° di classe! Caspita, quasi quasi ci scappava il podio. La Falzoni fa i complimenti anche a Fabrizio "E che c'entro io? Hai fatto tutto te! Anzi mi spiace che ti ho pure rallentato".
Vincono l'assoluta i compagni di Marchetti (che andavano 10" più forte ... ehm ehm...) ma sul podio la gloria è tutta per lui che sfoggia un sorriso commerciale alla Adriano Galliani.
Come sempre si ringraziano tutte le persone intervenute, da Alessia Falzoni a Davide e tutto l'entourage famigliare della pilotessa romagnola, Cave e il suo babbo, Martino e la Patty e anche quelli che non conosco.
Ma soprattutto Marchetti e le sue "accompagnatrici" per la "visuale"!!
Beh alla fine ci siamo divertiti come sempre, però, grazie anche al ritardo con cui ho scritto della 200 Miglia vorrei dedicare questo post a una persona che non c'è più.
E' venuto a mancare Nonno Merlin, al secolo Walter ma più volte citato come "Nonno Kanemoto". Siamo certi che se fosse stato in salute una sua battuta avrebbe chiuso questo pezzo nella maniera migliore.