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domenica 13 giugno 2010

QUANDO DU IS MEI CHE UAN

Per questo post prendiamo in prestito lo slogan di un famoso spot che lancio' la carriera di Stefano Accorsi anche se io gli ho sempre preferito il gelato. Peccato si squagliasse davanti ai riflettori, avrebbe meritato almeno un David di Donatello.

L'attuale stagione di F1 e' costellata di piccole sfide fra piloti della stessa scuderia e non c'e' Gran Premio in cui i giornalisti non mettano il dito nella piaga dei rapporti fra Webber e Vettel che quasi si ammazzano, fra Hamilton e Button (che l'illeggibile Turrini vuol sempre distinguere per il colore della pelle come se non ce ne fossimo ancora accorti...), fra Alonso e bioMassa (che in realta' sono concorrenti solo nelle fantasie del brasiliano), fra Schumacher e Rosberg che potrebbero essere padre e figlio.
Il dualismo stimola quasi sempre visioni pessimistiche di convivenza, assenza di leadership, dolori intenstinali, gastrite, gelosie, tradimenti, pugni cazzotti, carabinieri e polizia.
Ma e' sempre cosi' deleterio avere due punte? A sentire gli espertoni si', a mio parere va un po' a culo e avere due piloti forti spesso ha portato vantaggi enormi oltre a qualche cazzata. Vediamoli.

I SOLITI ESEMPI
I dualismi negativi piu' citati sono abbastanza noti. Senza andare troppo indietro cominciamo col mondiale dominato e perso dalla Williams nel 1986. In realta' Nigel Mansell quel titolo lo stava vincendo nonostante la concorrenza di Piquet. Gli esplose pero' una gomma, danno pero' non indotto dal compagno ma per problemi di pneumatici avuti anche da altri in quel Gp d'Australia ad Adelaide.
A conferma che la convivenza non fu la causa principale di quella sconfitta (la causa e' da ricercarsi piu' che altro nell'immenso culo di Prost...) arrivo' il titolo del 1987 vinto da Piquet su un Mansell infortunatosi nel finale. Occhio a questo particolare, ci torneremo.

In seguito la scuderia da battere divento' la McLaren-Honda pilotata da Prost e Senna. Ottima auto per carita' ma anche i due migliori piloti in circolazione. Non credo che con Schlesser e Roberto Moreno avrebbero vinto 15 Gp su 16.
La convivenza fu sempre motivo d'attrito, volarono parole grosse e pesanti silenzi, pero' arrivarono due mondiali, uno per pilota e dominio nei Costruttori. Alla luce dei risultati era meglio averne due cosi' che uno solo.
Tant'e' che quando nel 1990 Prost ando' alla Ferrari indovinate chi si gioco' il titolo? Senna e Prost, pero' stavolta per diverse scuderie, mentre il tranquillo Berger mai entro' nel mezzo della discussione.

In tempi recentissimi fra i litiganti Alonso ed Hamilton vinse... Raikkonen nel 2007. Anche se il duo McLaren si rubo' alcuni punti e si fece dispettucci tutto l'anno, va detto che a 2 gare dalla fine Lewis aveva 17 punti di vantaggio. Gli bastavano due quinti posti, nulla di che e fece un paio di errori clamorosi.
Ma anche qui non fu Alonso a buttarlo fuori o roba del genere, anzi il confronto fu leale.
Era, come nel caso di Mansell, un campionato che si poteva vincere a prescindere dalla concorrenza interna e poi perso non direttamente a causa della concorrenza stessa. Anche qui come circa 20 anni prima, basta guardare al campionato successivo che Hamilton rischio' di perdere alla stessa maniera pur con il mansueto Kovalainen.
Qualcuno dira' che pero' Kimi deve quel titolo alla rinuncia di una vittoria da parte di Massa. E' vero, ma si tratterebbe di un atto dovuto visto che in lizza c'era solo il finlandese.

NE RIMARRA' SOLTANTO UNO
Come si puo' vedere, avere due piloti buoni a volte e' forse piu' utile che averne uno. Soprattutto se e' uno rotto.
Luca Budel in un articolo per la sua rete prevede (o si augura) che la mancanza di Rossi porti un po' di anarchia e indecisione fra i piloti superstiti. Puo' essere, anche se al Mugello non e' che se si sia visto un grosso cambiamento fra i protagonisti. Ma poi argomenta citando il Mondiale F1 del 1999. Ecco quindi il perche' di questo post a ranghi misti.

L'esempio e' calzante per alcuni aspetti visto che Schumacher si ruppe le stesse ossa e rinuncio' al titolo per infortunio, la differenza e' che Jorge Lorenzo non mi pare somigli molto a Eddie Irvine.
L'irlandese era un secondo designato e Jean Todt non e' che abbia mai nascosto di preferire una supposta delle dimensioni di un paracarro piuttosto che veder vincere l'irlandese. Tant'e' che quando la matematica dava come unica chance a Schumi quella di vincere tutte le gare con gli altri (Irvine, Coulthard, Hakkinen e persino Frentzen) fermi, il team manager francese ancora diceva che la Ferrari poteva vincere col tedesco.

Come abbiamo visto in precedenza, anche i piu' feroci dualismi si son risolti in sconfitta di uno solo. E' che i giornali non ci raccontano mai che dei 7 titoli mondiali di Schumacher forse solo 2 li avrebbe potuti matematicamente vincere il compagno. E la stagione 1999 dimostra, come del resto quella del 1987, che con una prima guida assoluta in caso di infortunio si dice addio al titolo ('99) ma con due stelle almeno il titolo si porta a casa ('87).
In definitiva non e' dimostrabile che si perda sempre a causa di due galli nel pollaio, anzi si puo' addirittura dominare come la Yamaha lo scorso anno, la McLaren '88-'89 ma sicuramente si perde se si punta tutto su uno solo che... si rompe.

Anche nel motomondiale non e' una novita'.
Nel 1990 Eddie Lawson veniva da un "back to back" eccezionale. Campione del mondo con Yamaha, rese vincente la selvaggia Honda NSR per tornare poi ancora con Yamaha. Ma al Team Roberts trovo' il tenacissimo Rainey.
Il duello purtroppo si risolse in modo cruento quella volta per l'Eddie a 2 ruote: un meccanico dimentico' i fermi delle pastiglie dei freni e Lawson si schianto' a Laguna Seca. Titolo addio. Ma non per Kenny Roberts che lo vinse con l'astro nascente Wayne Rainey.

Ora, per quanto possa dispiacere la forzata assenza di Rossi alla Yamaha hanno un ottimo motivo per consolarsi: Lorenzo. Brutto da dire ma se il compagno di Vale fosse ancora Edwards col cazzo che la Yamaha si gioca il titolo, meglio aspettare il 2011.


Aveva proprio ragione Accorsi: "du is mei che uan".

2 commenti:

  1. In effetti disponendo di 2 piloti di punta si ha un non trascurabile vantaggio, se se ne rompe uno l'altro porta comunque il mondiale a casa..

    Oltretutto non so come funzioni la ripartizione dei soldi alle scuderie, ma penso che i punti ottenuti abbiano una loro rilevanza... due piloti forti oltre ad assicurare il titolo costruttori (non sempre scontato quando si ha un solo fenomeno) realizzano molti più punti.

    Ovviamente è anche vero che spesso 2 prime donne sono troppo onerose in termini di costo e di sforzo tecnico per accontentarle ( tanto si sa.. alla seconda guida non viene mai o quasi mai attribuita la stessa attenzione e dedizione della prima).

    E' difficile riuscire ad organizzare un team senza definire la gerarchia dei piloti, ovvio però che non è giustissimo farlo a tavolino al momento della firma del contratto,secondo me il top sarebbe partire con 2 piloti di prim'ordine ma SENZA attribuire ruoli.. con la convenzione che il pilota che disporrà di più punti dopo la 4° ( o 5°) gara diverrà automaticamente prima guida ( con i vantaggi che ne derivano).

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  2. sicuramente con due talenti lo spettacolo ne guadagna, e il tempo di ripresa televisiva (che poi è quello che compiace gli sponsor) aumenta.

    però... oltre alla possibilità che si ostacolino, cosa alla quale secondo me non è il caso di dare troppo peso (nel senso che come giustamente dici i vantaggi superano le eventuali perdite), il fattore rilevante è il costo.
    due campioni costano quasi il doppio di un campione e un gregario, quantomeno come ingaggi. e visto che mantenere una scuderia corse è un'impresa commerciale e non certo un'astrazione filosofica, sono considerazioni che vanno fatte.
    Yamaha adesso ha due campioni (perchè gli è andata di culo, non perchè lorenzo fosse già il più forte prima di arrivare) e li paga a peso d'oro, ma può permetterselo visti i risultati.

    concordo comunque nel dire che a inizio stagione bisognerebbe essere tutti sullo stesso piano. sono i risultati in corso che decidono chi è campione e chi è gregario.

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